la Via Alta, si estende da Vercelli ad Arles. Grande itinerario culturale europeo, come dichiarato dal Consiglio d’Europa, storiche tappe della Via Domizia, l’arteria romana di comunicazione attraverso le Alpi. Le due città costituiscono storicamente anche le porte d’ingresso del Cammino di Santiago de Compostela e della Via Francigena per i pellegrini che, nel medioevo, si recavano dal Nord Europa a Roma. La Via Alta vuole configurarsi come un vero e proprio viaggio tra storia, natura, tradizioni, offrendo a chi decida di intraprenderla molteplici opportunità, spunti diversi, per riscoprire i ritmi di un’epoca in cui la diffusione delle idee avveniva a passo d’uomo, contribuendo alla creazione di legami forti attraverso i confini. Grazie al finanziamento del Programma Europeo Alcotra (Alpi Latine Cooperazione Transfrontaliera Italia-Francia), si vuole riscoprire e valorizzare l’asse storico che collega la Val di Susa alla Provenza, attraverso il Colle del Monginevro.
Da Susa al Colle del Monginevro: tra fortezze e abbazie
La Val di Susa è oggi al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica per i cantieri dell’Alta Velocità ferroviaria ma si trascura di ricordarne la particolarità di territorio di confine tra Italia e Francia. Territorio da esplorare a piedi o in automobile, apprezzandone tutta la bellezza e ricchezza. Come gli antichi pellegrini della Via Francigena, si può procedere lungo il percorso che sale al confine francese, a piedi o anche con altri mezzi di trasporto, a seconda delle stagioni, della propria condizione fisica o della propria disponibilità di tempo. Che lungo i secoli questo fosse un itinerario spirituale ma anche commerciale e militarmente strategico lo testimoniano le tradizionali fiere di Susa, di Oulx e Avigliana e l’alternanza di grandi fortezze, come quelle di Fenestrelle e di Exilles, battezzate le “sentinelle delle Alpi” che si alternano ad abbazie, talvolta misteriose e spettacolari, come la Sacra di San Michele o l’Abbazia di Novalesa, che punteggiano il paesaggio naturalistico, di per sé di grande suggestione. Alternanza che prosegue oltre confine.
La Via Alta e le Alpi Francesi
Briançon è una cittadina di 12mila abitanti, edificata su uno sperone roccioso a oltre 1.300 metri di altitudine, appena al di là del confine con l’Italia. Beneficia di un clima mediterraneo-alpino, in grado di offrire trecento giorni di sole nel corso dell’anno. Il Briançonnais è una zona particolarmente apprezzata da escursionisti e cicloturisti per i suoi colli, non a caso la cittadina è stata, dal 1922 al 2007, per trentatré volte tappa del Tour de France. La città si è organizzata per offrire un articolato programma di proposte culturali e sportive, soprattutto a partire dal 2008, anno in cui le sue fortificazioni militari, progettate dall’ingegnere Vauban nel XVII secolo, sono state iscritte nel Patrimonio Mondiale Unesco. Proseguendo lungo il percorso della Via Alta, superata la fortezza a caratteristica forma di stella di Mont Dauphin, dopo aver superato l’ingresso al Parco Naturale del Queyras, un angolo di paradiso a portata di mano, si segue il corso del fiume Durance.
Il borgo di Embrun, la “Nizza delle Alpi”
Il paesaggio gradualmente cambia davanti agli occhi. Il suggerimento è di fare tappa nel borgo medievale di Embrun che sorge sulla sommità di una rocca, noto come la “Nizza delle Alpi” per il suo clima mite e le ore di sole ogni anno. Il borgo racchiude alcuni tesori architettonici e monumenti di maggior valore delle Alpi francesi, tra cui la cattedrale de Notre Dame de Réal, edificata a cavallo tra l’XII e il XIII secolo. In effetti il giro del borgo potrebbe partire proprio dalla visita dell’edificio gotico che ospita l’Ufficio del Turismo, un tempo Cappella Nord del Convento dei Cordelieri. Al suo interno, su pareti e volte, si ammirano magnifici affreschi di artisti italiani del XV e XVI secolo. Aggirandosi tra le viuzze del centro storico, alla ricerca di elementi e testimonianze del passato, ci si imbatte in antichi portali, in frammenti di sculture sulle facciate degli edifici. Una graziosa immagine di questo borgo lontano dai flussi turistici è il mercatino di prodotti locali che si svolge ogni mercoledì e sabato mattina nella piazza del Municipio (Place Barthelon). Per conoscere la produzione alimentare autentica del territorio è utile un salto alla Maison de Pays “La Main Embrunaise” che si trova in Place du Théâtre. Con pochi euro si possono acquistare dolci e liquori tradizionali. Anche i dintorni di Embrun offrono molte attrattive e opportunità a seconda della stagione: va senz’altro segnalata la deliziosa Abbazia di Boscodon un luogo veramente speciale non solo per la particolarità dell’architettura del complesso che risale al XII secolo ma anche per l’incanto del bosco in cui è immerso, per il suono sommesso dell’acqua che le scorre intorno o, forse, perché questo è uno dei luoghi in Francia in cui l’aria è più pulita: un luogo per il ritiro spirituale, ma anche un centro culturale attivo, con un ampio programma di seminari e concerti e anche laboratori destinati a bambini.
Laghi artificiali e in lontananza il mare
Pochi chilometri più avanti lungo il percorso della Via Alta ecco una vera sorpresa: il lago di Serre-Ponçon, tra i più grandi laghi artificiali d’Europa, con una superficie di quasi tremila ettari. È una distesa azzurra incastonata tra il verde smeraldo e cime innevate che offre improvvisamente allo sguardo un panorama nuovo a chi provenga da Nord. Nella piccola cittadina turistica di Savine le Lac il visitatore può trovare tutti i servizi utili per un soggiorno sul lago o per una breve sosta, prima di proseguire verso Sud. Nel comune di Sauze du Lac sarà realizzato a breve un importante progetto di valorizzazione turistica del lago, con la costruzione di residenze turistiche e alberghiere di elevata qualità ambientale. Verso la parte finale della Via Alta, si incontreranno altri stupendi paesaggi naturalistici e borghi medievali come, tra i tanti, lo spettacolare borgo di Sisteron con la sua cittadella militare, anch’esso abbarbicato su uno sperone roccioso.
Dai profumi di lavanda a Van Gogh
Da qui, verso sud, il paesaggio continuerà a mutare, fino ad avvertire nell’aria la brezza marina: la macchia mediterranea sostituisce la flora montana, la luce si fa più intensa e nell’aria volteggiano i gabbiani. Siamo in quella parte della regione PACA – Provence-Alpes-Côte d’Azur che si avvicina al mare, dove protagonista si fa sempre più la lavanda il cui colore impreziosisce anche le imposte delle abitazioni. Finché finalmente si approda ad Arles, la città che assisté alla rinascita artistica di Van Gogh (qui l’artista produsse oltre 300 opere in 15 mesi). Definire Arles uno scrigno ricco di sorprese è quasi riduttivo: città Patrimonio UNESCO, si intuisce come la sua posizione strategica ne determinò la sua importanza nel corso dei secoli. Le ricche vestigia del passato, con i siti romani e romanici, la ricchezza del patrimonio paesaggistico, la sua luce particolare, ne fanno oggi una meta per migliaia di turisti da tutto il mondo. E non potrebbe essere altrimenti. È consigliabile quindi raggiungerla fuori stagione, per poterla apprezzare appieno.
Link utili: www.via-alta.com
www.ot-briancon.fr
www.tourisme-embrun.com
www.arlestourisme.com
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