Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Càneve e spelònce

Càneve e spelònce a cura di Marco Rech, Serena Turrin, edito da DBS Zanetti, pagine 190, Euro 10,00. Càneve e spelònce , ovvero cantine e frigoriferi naturali. Queste strutture sono i protagonisti del libro. Un tempo architetture fondamentali nella società di montagna, sono oggi quasi sconosciuti alle giovani generazioni e non solo. La pubblicazione, per la prima volta, ne racconta funzionamento e utilizzi in un affresco vivace e inedito della società alpina e prealpina dei secoli scorsi. Un lavoro a più mani, nove saggi scritti da Marco Rech, Serena Turrin, Lois Bernard, Gigi Corazzol, Sandro Maoret, Maria Marzi, Francesco Padovani, … Leggi tutto

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a cura di Marco Rech, Serena Turrin, edito da DBS Zanetti, pagine 190, Euro 10,00.

Càneve e spelònce

, ovvero cantine e frigoriferi naturali. Queste strutture sono i protagonisti del libro. Un tempo architetture fondamentali nella società di montagna, sono oggi quasi sconosciuti alle giovani generazioni e non solo. La pubblicazione, per la prima volta, ne racconta funzionamento e utilizzi in un affresco vivace e inedito della società alpina e prealpina dei secoli scorsi.

Un lavoro a più mani, nove saggi scritti da Marco Rech, Serena Turrin, Lois Bernard, Gigi Corazzol, Sandro Maoret, Maria Marzi, Francesco Padovani, Dunio Piccolin, Loris Santomaso. Si passa così dalla ricostruzione di come questi ambienti venivano usati alla documentazione delle impréste, cioè degli attrezzi in essi utilizzati. Dal tinàzh (cioè il vaso usato per la fermentazione del mosto) alla gràmola da ùa, dalle fògole alle mastèle: il libro è un’immersione nella civiltà contadina che è occasione anche per rievocarne antiche usanze e riti.

Basti citare a questo proposito il prezioso saggio di Gigi Corazzol dedicato alle Osterie del contado di Zumelle nella prima metà del ‘600: il territorio è ben definito ma i fatti che vi si svolgono sono solo lo spunto per narrare modi e usi sociali diffusi nell’area alpina. Altrove sarebbero stati difficilmente ricostruibili ma a Mel nel bellunese, spiega Corazzol, la ricchezza dell’archivio permette questo tipo di indagini.

Il volume è ricco di immagini d’epoca scattate in varie località della provincia bellunese che documentano alcune tra le caneve e le spelonce più significative ancor oggi esistenti e visibili. Un modo per scoprire una cultura ed una storia che è radice in parte dimenticata del presente.

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