Domenica 24 Novembre 2024 - Anno XXII

Wi-fi in albergo, ancora un miraggio per l’Italia

Solo il 53% degli hotel è Internet friendly. In testa alla classifica c’è la Turchia con l’85% degli alberghi in cui il wi-fi è gratis, seguita a distanza ravvicinata dalla Svezia (82%), dalla Polonia (80,5%) e dalla Repubblica Ceca (73,9%). Le motivazioni di questa arretratezza italica? Culturali ed economiche insieme

Wi-fi in albergo, ancora un miraggio per l'Italia

Per tornare a essere competitivi sul panorama turistico internazionale, l’Italia avrebbe davvero bisogno di svilupparsi in chiave digitale. Due nodi strettamente intrecciati tra loro, tanto che oggi si potrebbe dire che l’agenda turistica corrisponde nel merito e nel metodo all’agenda digitale. Dagli ultimi dati relativi al settore turistico italiano, sembrerebbe che oggi, anche se è diventato più semplice sapere come fare a risparmiare sulla tariffa della connessione adsl, in tanti alberghi ancora si fa fatica a trovare una connessione wi-fi che permetta a tutti i clienti di connettersi senza problemi. Lungo lo Stivale, per citare qualche dato, solo il 53% degli hotel è Internet friendly, mentre la media nazionale offre il servizio a un costo orario di 3,48 euro. In testa alla classifica c’è la Turchia con l’85% degli hotel in cui il wi-fi è gratis, seguita a distanza ravvicinata dalla Svezia (82%) dalla Polonia (80,5%) dalla Repubblica Ceca (73,9%).

Regole più semplici in materia di tecnologia

Wi-fi in albergo, ancora un miraggio per l'Italia

Questi Paesi riescono a crescere armonicamente insieme alla domanda del turismo globale che, grazie all’aumento della ricchezza diffusa e alla nascita di una classe media negli sconfinati mercati dell’Asia, ha generato solo nel 2012 un traffico di viaggiatori (tra business e leisure) di cento milioni di unità superiore all’anno precedente. Di quei cento milioni, l’Italia è riuscita a intercettarne solo uno. Il dato sipende senz’altro dalla frammentarietà delle nostre iniziative di promozione, che riflettono la frammentarietà dell’offerta. Ma non solo. L’allergia degli italiani all’adozione di nuove tecnologie pone il livello delle strutture ricettive nazionali ben al di sotto di quelle di altre destinazioni. Uno studio Hrs, portale europeo di viaggi d’affari, ha posto l’Italia al penultimo posto nella classifica dei 20 paesi in cui gli hotel garantiscono gratuitamente l’accesso alla Rete tramite wi-fi. C’è da sperare che sfruttando gli effetti del Decreto del Fare, che a giugno ha semplificato le regole del wi-fi per aziende ed esercenti, in questo 2014 si vedano dei miglioramenti. E la cosa vale anche per le reti pubbliche, essendo decaduto l’obbligo di richiedere l’autorizzazione al ministero e alla Questura, a patto che i servizi Internet non costituiscano l’attività commerciale primaria.

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La digitalizzazione del Paese. Quali sviluppi?

Wi-fi in albergo, ancora un miraggio per l'Italia

Il vero problema, però, riguarda la spinta alla digitalizzazione e alla creazione di una presenza autonoma online anche in chiave e-commerce: oggi gli hotel non legati alle grandi catene, ovvero la stragrande maggioranza delle strutture tricolori, sono letteralmente in balia dei marketplace del turismo elettronico. In alcuni casi i big dell’intermediazione online erodono addirittura il 30% dei loro margini, senza contare che ne inibiscono fortemente l’uso delle leve di marketing.

In Italia Enit, Expo 2015 e Agenda Digitale hanno stipulato una triplice alleanza per creare il primo registro digitale delle strutture turistiche (che dovrebbe offrire agli operatori di qualsiasi dimensione la possibilità di pubblicare una descrizione della loro offerta in un catalogo virtuale personalizzabile) e sostenere gli alberghi nelle prove di forza contrattuali con le agency. Mentre sul piano internazionale è già intervenuta Hotrec, la federazione europea, che con il Benchmarks of fair practices in online distribution del 2012 (19 buone pratiche per la distribuzione turistica sul Web), sta portando la discussione in ambito comunitario. Ma il supporto delle istituzioni serve a poco se manca il coraggio degli imprenditori. Per lo meno così la pensa Philip Wolf, il fondatore di PhoCusWright, tra le massime autorità della ricerca sul turismo online. “L’Italia deve smettere di lamentarsi e pensare alla concorrenza”, ha detto Wolf all’AdnKronos in occasione dell’inaugurazione della sesta edizione di Bto (Buy tourism on line), che si è tenuta all’inizio di dicembre a Firenze.”

(29/01/2014)

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