Lungo la costa dei tonni
Ma è a Barbate (a cui un tempo si aggiungeva de Franco, meglio lasciar perdere), grande centro pesquero (soprattutto tonni) che caldeggio una bella pappata di pesce. Suggerimento che omaggio alla gente pratica, senza fronzoli, non certo alle signore-bene, datosi che il Club de Pesca El Atùn-tonno più che un ristorante è un circolo di pescatori (lo dice il nome) ma sai che leccate di baffi (Ortiguillas-anemoni di mare o attinie fritti, tonno affumicato con cipolla glassata).
Sulla costa, a 10 minuti d’auto da Barbate, stop a Zahara de los Atunes (ancora tonni) lunga spiaggia sabbiosa (anni fa a metà agosto eravamo quattro gatti) e patria del grande, sfortunato torero Paquirri. Si entra nell’interno e dopo un stop a Medina Sidonia (da Sido, Sidone, origini fenicie?) ex capitale di un potente ducato (e prima fortezza araba) si salga a Arcos de la Frontera, che posizione meravigliosa vanta il Parador (davvero un posto in cui portare la morosa, con tutto il rispetto per la moglie). Si torna a Jerez, altra serata di Festival del Flamenco. Olè!
(27/03/2014)
Jerez: musica e balli, cavalli e spettacoli
A Jerez de la Frontera ho assistito alle serate finali del Festival del Flamenco (giunto alla 18ma edizione). Una manifestazione (durata 15gg fine febbraio–primi di marzo) che suggerisco a chi ama la Spagna soprattutto per il folclore, e dio sa quanto il Flamenco ne esprima. Molto divertente, poi, la programmazione: oltre a spettacoli ed esibizioni in teatri e grandi spazi, si ascolta Flamenco nelle peñas (circoli di appassionati) nei bar all’insegna di grande spontaneità (il cortese lettore resterà deluso ma io lo dico: da queste parti hanno la musica nel sangue). Uno stop a Jerez (anche non durante il Festival)? Eh sì, perché una visita alle Bodegas interessa eccome, eppoi uno spettacolo della Real Escuela Andaluza del Arte Ecuestre te lo ricordi per tutta la vita. E già che mi trovavo a Jerez sono andato (chilometro tre della strada per Trebujena) a cenare dal mio amico rociero (ci conoscemmo durante la pentecostale Romerìa del Rocìo, quest’anno a metà giugno) Josè Caballero Nuñez dueño-padrone del bodegòn-ristorante di campagna; un po’ le romane hostarie fuori porta (che però nel menu non esibiscono gloriose costolette d’agnello, uova strapazzate con asparagi di bosco e lagrimas/-lacrime de cerdo iberico).