Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

Il Pintoricchio a San Gimignano

La Pinacoteca civica della cittadina toscana ospiterà da settembre la mostra “Pintoricchio. La Pala dell’Assunta di San Gimignano e gli anni senesi”. Intanto è in preparazione una rassegna dedicata a Filippino Lippi

Bernardino di Betto detto il
Bernardino di Betto detto il “Pintoricchio”, La Vergine Assunta tra i Santi Gregorio Magno e Benedetto. San Gimignano, Pinacoteca Civica

Il 6 settembre aprirà al pubblico nella Pinacoteca civica di San Gimignano una mostra dedicata al pittore umbro Bernardino di Betto, detto il Pintoricchio (Perugia 1454 – Siena 1513). La rassegna è promossa dal Comune, dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto in collaborazione con l’Arcidiocesi di Siena, Colle di val d’Elsa e Montalcino, la Fondazione Musei senesi e Siena Capitale Europea della Cultura 2019 – città candidata.

Il comitato scientifico, che ha curato l’esposizione dal titolo Pintoricchio. La Pala dell’Assunta di San Gimignano e gli anni senesi, è costituito da Cristina Acidini, Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, Mario Scalini, Soprintendente i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto e Claudia La Malfa, docente dell’Università telematica internazionale Uninettuno.

Un ciclo di mostre per il futuro

Bernardino di Betto detto il
Bernardino di Betto detto il “Pintoricchio”, Sacra Famiglia e San Giovanni. Dal Convento di San Gerolamo in Campansi
Siena, Pinacoteca Nazionale

La mostra è organizzata da Opera, società del Gruppo Civita, che dal 1° gennaio 2014 gestisce per l’Amministrazione Comunale i servizi di accoglienza e valorizzazione dei Musei civici di San Gimignano. Con questa iniziativa prende avvio un più ampio progetto che, con cadenza annuale, intende proporre un approfondimento critico e storico intorno ai capolavori e ai maestri presenti nelle collezioni civiche. Come questa che ora si apre su Pintoricchio e quella che è in preparazione per il 2015 su Filippino Lippi e i suoi meravigliosi tondi, ogni mostra sarà costruita con prestiti importanti per raccontare una vicenda artistica che ha lasciato una testimonianza di grande rilievo nel patrimonio storico e artistico di San Gimignano.

Come rileva Cristina Acidini nel catalogo della mostra, edito da Giunti Arte Mostre e Musei, “se fra le altre insigni opere d’arte rinascimentale il Museo Civico di San Gimignano può esporre l’ultima grande pala di Bernardino Betti detto il Pintoricchio, con la Madonna in gloria tra i santi Gregorio Magno e Benedetto (1510-1512), ciò dipende strettamente dalla convergenza per certi aspetti eccezionale dei percorsi di storie diverse – nella storia civile e nello sviluppo economico, così come nella religione e nella cultura secolare –, una convergenza che fece fiorire la stagione artistica rinascimentale in Firenze e in Siena, includendo in essa San Gimignano, che dalle due città era ed è geograficamente equidistante”.

LEGGI ANCHE  Zurigo, primavera ed estate in stile Dada

Il vitale ambiente umbro

Bernardino di Betto detto il
Bernardino di Betto detto il “Pintoricchio”, Madonna con il Bambino e San Giovannino, part.,
Città di Castello, Museo del Duomo

La pala che raffigura ai lati della Madonna in gloria i santi Gregorio Magno e Benedetto, fu dipinta tra l’ottobre 1510 e il febbraio 1512 per il monastero olivetano di Santa Maria Assunta a Barbiano, a pochi chilometri da San Gimignano e rappresenta l’ultima opera documentata dell’artista che morì l’11 dicembre 1513 a Siena, dove è sepolto, nella chiesa di San Vincenzo in Camollia. L’ultima stagione di attività del pittore è documentata in mostra anche da altre opere provenienti dalla Pinacoteca Nazionale di Siena quali la Madonna col Bambino e san Giovannino, la Sacra Famiglia e san Giovannino e la Natività, quest’ultima attribuita alla sua bottega. Sarà inoltre in mostra la Madonna col Bambino e san Giovannino proveniente dal Museo Diocesano di Città di Castello, a rappresentare l’ambiente umbro nel quale Pintoricchio si era formato prima di recarsi a Roma e dove aveva continuato a operare prima di essere chiamato a Siena. La mostra resterà aperta fino al 6 gennaio 2015.

(27/08/2014)

Condividi sui social: