A 120 metri di profondità marina, a poca distanza dalle coste dell’isola di Gozo, un’équipe di archeologi subacquei diretta da Timmy Gambin, Università di Malta, ha individuato un insieme di reperti che riporta al tempo delle navigazioni fenicie: una cinquantina di anfore di almeno sette differenti tipologie e una ventina di blocchi di pietra lavica utilizzati presumibilmente come zavorra, sono al momento ciò che resta di quella che fu una delle tanti imbarcazioni commerciali con le quali i Fenici solcarono le acque del Mediterraneo.
Il relitto, uno dei più antichi mai ritrovati nel Mediterraneo è al momento in corso di documentazione che ha come fine la ricostruzione di un modello 3D ad alta risoluzione del sito.
Malta e Gozo furono considerati punti strategici dai Fenici, tanto da definire l’isola maggiore dell’arcipelago Mlt, che significa ‘rifugio, luogo di ancoraggio’. Essi compresero subito il ruolo strategico dell’isola, sufficientemente lontana dalla concorrenza dei Greci e perciò porto ideale per lo sviluppo dei commerci nell’area ovest del Mediterraneo, e costituirono diverse colonie du tutto l’arcipelago, influenzandolo sensibilmente le abitudini e la lingua dei locali.
Grandi navigatori e commercianti, crearono la breccia che avrebbe consentito a Malta di assorbire, da allora in poi, il meglio delle culture con cui sarebbe venuta a contatto. Dei Fenici sull’isola di Malta rimangono le tombe rupestri a Siggiewi, Paola e Mdina. Tracce del loro passaggio sono impresse ancora oggi nel mondo maltese: i nomi di alcune località (Marsaxlokk, Marsaskala), alcuni tipici oggetti, come la ‘dghajsa’, una barca da pesca ancora in uso.
Info: www.visitmalta.it
(05/09/2014)