Nella prima parte del viaggio, appena partiti da Bergen, il treno costeggia per un bel pezzo l’Osterfjord prima e il Sørfjord. Poi si addentra verso l’interno e comincia a salire lentamente. Da Bergen a Voss (107 km) si passa da 2 metri slm a 56,5. Questa è una delle magie della Norvegia dei fiordi: il paesaggio e la vegetazione tipicamente alpina … a livello del mare.
Dal capolinea di Bergen fino a qui la linea è in costante salita. Le gallerie si susseguono l’una all’altra. Queste gallerie sono nuove, costruite per rettificare il tracciato e proteggerlo dalle frane.
Il panorama è meno interessante ma il viaggio è più breve e sicuro. Una curiosità: parte del vecchio tracciato è stato utilizzato per costruire la strada E16. Si passa Arna, un importante nodo del traffico locale e si giunge a Trengerheid costeggiando l’Osterfjord dove diventerà Sørfjord e ci accompagnerà, sul lato sinistro fino a Stanghelle, l’ultimo punto dove si vedrà un fiordo fino a Hønefoss.
Si viaggia sempre a livello del mare fino a Dale. Questa stazione è protagonista insieme a quelle di Reimegrend e Voss di una serie di curiose traslazioni, nel senso che Dale ha “ceduto” il fabbricato originario a Reimegrend e ha ricevuto in cambio quello di Voss, un bell’edificio in legno in stile chalet svizzero e a Voss hanno costruito una nuova stazione in pietra in Jugendstil.
Una stazione nel nulla
Il tratto montano vero e proprio comincia da Voss. Si sale rapidamente (da 57 a 627 metri in 31 km) e si imbocca il Gravhalsentunnel che, con i suoi 5.311 metri è stato il più lungo della linea prima dell’apertura del Finsetunnel. All’uscita, un’ampia curva a sinistra introduce alla stazione di Myrdal. Guardando dal finestrino si vede in basso la Flåmsdal, una valle ripida e stretta che in una ventina di chilometri precipita da 866 metri all’Aurlandfjord, un ramo secondario del più celebre Sognefjord.
Myrdal è una stazione nel nulla ma di enorme importanza ed è il capolinea dell’unica linea afferente alla Bergensbana: l’altrettanto splendida Flåmsbana. Il tratto di montagna è certamente quello più emozionante dal punto di vista paesaggistico. Sul Hvidda non crescono alberi perché il clima subartico ne impedisce la crescita. È il continuo mutare del territorio, con le sue rocce, i colori cangianti a seconda della luce e del momento, addirittura il bianco uniforme della neve con i suoi riflessi che costituiscono la magia di quell’altopiano. Questo non vuole dire che il resto della linea sia poco interessante. Passato l’altopiano il treno corre tra boschi e laghi e, man mano che scende verso Oslo, in direzione sud-est, si incontra un paesaggio collinare boscoso, molto verde con alberi da frutto e campi coltivati.
Bergen, carriole e picconi
Per costruire la Bergensbane furono impiegati in tutto quindicimila lavoratori, reclutati un po’ dappertutto. Gran parte di essi erano provenivano dalla Svezia, erano svedesi che avevano già accumulato esperienza di lavori ferroviari in montagna e in ambienti particolarmente difficili costruendo la linea ferroviaria che univa la Norvegia alla Svezia.
Questi lavoratori erano chiamati “Rallar” da un termine dialettale svedese che significa “Carriola” perché prima di iniziare a costruire la linea dovettero aprirsi una lunga strada per arrivare ai cantieri e i materiali erano trasportati, appunto su carriole. Esiste tuttora la Rallarvegen, [via dei Rallar] che parte a livello del mare, a Flåm e termina a Haugastøl passando da Myrdal e Finse. Oggi non transitano più carriole con i materiali da costruzione ma è una delle piste ciclabili più belle e frequentate di Norvegia.
Info: www.visitnorway.it/
Gli altri articoli del nostro reportage:
Articolo 1/ Norvegia in treno
Articolo 2/ Norvegia ferroviaria
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