Raffigurerebbe un imperatore la statua di marmo a grandezza naturale ritrovata durante gli scavi nel parco archeologico di Rudiae. La statua di marmo greco, togata con il capo velato (anche se la testa non è stata ancora ritrovata), era sepolta tra antichi cocci e detriti all’ingresso dell’anfiteatro ed è la prima importante scoperta nel sito dell’antica città romana, ad appena un mese dall’avvio degli scavi. Questa scoperta, realizzata con la cooperazione tra il comune di Lecce, la Soprintendenza per i Beni archeologici della Puglia e l’Università del Salento, testimonia la ricchezza del sottosuolo di Rudiae e l’importanza dell’insediamento antico come attrattore culturale e paesaggistico su cui investire in termini di promozione turistica e fruizione.
“Parco Rudiae è un punto importante per la nostra amministrazione e rappresenta un punto nodale per un nuovo sviluppo sul territorio – ha dichiarato l’assessore ai Lavori Pubblici Gaetano Messuti – Potrà rappresentare la migliore offerta turistica sul territorio e intendiamo continuare su questa strada intercettando tutti i fondi possibili per rilanciare questo tipo di attività”.
Dal canto suo, il professore Francesco D’Andria, docente dell’Università del Salento e coordinatore dell’assistenza scientifica agli scavi archeologici, ha ribadito che: “L’ingresso principale dell’anfiteatro, largo 3 metri e mezzo, è chiuso da materiali accumulati a partire dal quarto secolo, quando i giochi furono interrotti per volere dell’imperatore. Nell’area ci sono i resti di ceramiche provenienti dall’Africa, monete in bronzo e non è escluso che potrebbero nascondersi altre opere d’arte”.
La riapertura degli scavi
Gli scavi nel parco di Rudiae sono ricominciati nel novembre scorso e le attività di ricerca sono riprese lì dove si erano interrotti i lavori già finanziati dal Comune di Lecce attraverso il Progetto PRUSST, che avevano consentito di mettere in luce quasi interamente l’anello perimetrale dell’anfiteatro, i corridoi radiali che dividevano la cavea in cunei ed uno degli ingressi principali: la faux meridionale. Erano stati inoltre identificati il balteo, che delimitava l’arena dove avevano luogo i giochi gladiatori, e i due aditus sormontati da arcate monolitiche, che permettevano di raggiungere il settore superiore e inferiore della cavea attraverso delle rampe di scale. L’indagine stratigrafica ha portato alla rimozione dei blocchi in calcare di grandi dimensioni derivanti dal crollo della copertura dell’ingresso monumentale all’anfiteatro ed è proseguita con lo scavo dei livelli di scarico di età tardo romana che hanno chiuso l’edificio.
I reperti rinvenuti, dopo essere stati ulteriormente studiati e ripuliti saranno esposti al presso il Museo Storico di Lecce.