Giovedì 28 Marzo 2024 - Anno XXII

Sardegna, tesori inesauribili tra i Giganti di Cabras

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Nuovi ritrovamenti nel sito archeologico di Mont’e Prama in provincia di Oristano: 5000 frammenti, 28 statue antropomorfe, 26 modelli di nuraghe, 50 tombe risalenti al periodo tra il IX e l’VIII secolo avanti Cristo

Cabras Oristano
Oristano

Il sito archeologico di Mont’e Prama a Cabras, in provincia di Oristano, celebre per i suoi Giganti, restituisce nuovi tesori e testimonianze dal passato. I kolossòi di Mont’e Prama, i Giganti di Cabras attorno ai quali il mondo archeologico rivolge le sue attenzioni, hanno catturato l’interesse del più alto consesso culturale italiano: l’Accademia dei Lincei. Le nuove scoperte, dopo le prime ottenute con gli scavi del 1975 e del 1979, sono state al centro della giornata di studio “I riti della morte e del culto di Mont’e Prama – Cabras” organizzata a Roma presso l’Accademia dei Lincei durante la quale sono stati illustrati i risultati della ricerca “Archeologia di Mont’e Prama“. La giornata ispirata dal professor Mario Torelli, Accademico dei Lincei, insignito lo scorso anno del premio per gli studi archeologici, è stato l’ambito per svelare le ultime scoperte attorno a una miniera, dove sono stati ritrovati e acquisiti: 5000 frammenti, 28 statue antropomorfe, 26 modelli di nuraghe, 50 tombe, la cui datazione tra il IX e l’VIII secolo avanti Cristo.

Una storia che si collega ai Fenici

Cabras Il ritrovamento dei Giganti
Il ritrovamento dei Giganti

Il professor Raimondo Zucca dell’Università di Sassari, e Emina Usai della Soprintendenza archeologica, hanno sostenuto che è solo “la punta dell’iceberg”. “Abbiamo ottenuto nuovi dati antropologici, grazie a studi sul Dna che quaranta anni fa erano impensabili” ha dichiarato l’Accademico Mario Torelli, “oltre che alle tre classi di età, i pugilatori, gli arcieri e i guerrieri, già identificate, abbiamo scoperto un’altra figura che indossa dei sandali ai piedi: bisogna capire cosa può indicare”. Dalle proiezioni geofisiche si è avuta la conferma che “il sito di Mont’e Prama è monumentale e la sua storia va vista in relazione dialettica con quella dei Fenici” ha spiegato ancora il professore Torelli. “Le tombe sono accompagnate da segnali: ci sono statue, torri, betili. Attraverso questi scavi possiamo comprendere cosa accadeva in quegli insediamenti, cosa mangiavano le popolazioni, quali attività svolgevano. Questo gigantesco luogo di culto funerario può farci capire se ci troviamo di fronte a una tribù, a un lignaggio o a una famiglia”.

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Un heròon a Mont’e Prama

Cabras I Giganti di Cabras
I Giganti di Cabras

Si ritiene che a Mont’e Prama possa essere un heròon, un luogo di sepoltura di un eroe. Non una necropoli nel senso tradizionale del termine, ma un luogo cultuale. Ne sono testimonianza l’accesso al sepolcro individuale, regolato dalla rigida selezione del sesso (uomini, con una sola eccezione), dell’età (giovani adulti). Così la relazione del professor Zucca e del suo collega Paolo Bernardini, che hanno introdotto la correlazione del mito di Iolao e dei Tespiadi con il sito di Mont’e Prama. Mito cui ha fatto riferimento il professor Michel Gras, coordinatore del dibattito, archeologo e anch’egli studioso di Mont’e Prama, e lo stesso professor Torelli.
Il sito archeologico si conferma dunque una risorsa che potrebbe essere sfruttata per lo sviluppo del territorio dal punto di vista del turismo culturale. Ne è convinto anche il sottosegretario al Mibact Francesca Barracciu, che ha partecipato al dibattito: “I giganti sono diventati il simbolo della Sardegna forse più dei quattro Mori ha dichiarato. E’ necessario creare attorno a loro un progetto di valorizzazione per incrementare l’indotto economico”. Il sottosegretario ha proposto di “organizzare l’esposizione temporanea di una di queste sculture presso il Quirinale per promuovere la divulgazione di questi beni che appartengono a tutti e non solo ai sardi”.

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