Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Vento sicuro, l’oro di Cumbuco

Gli Alisei costanti che soffiano tra i 18 e 25 nodi per 10 mesi l’anno rendono questo villaggio di pescatori situato lungo la costa nord-orientale del Brasile un vero paradiso per gli appassionati di kitesurf

Uscite in oceano segnate dalla marea

Un pò d'ombra
Un pò d’ombra

Cumbuco offre una costa lunga circa 15 chilometri di sabbia fine

, generosa anche in larghezza e pressoché priva di ostacoli naturali, scogli o strutture tipo moli frangiflutti, etc. Si può uscire ovunque senza problemi se non quello di assicurarsi un po’ d’ombra durante i break tra una session e l’altra e di lasciare i propri oggetti personali incustoditi, compresi sacca e pompa della vela.
Ecco perché in molti preferiscono surfare nei pressi dei numerosi beach bar dove è possibile sciacquare l’attrezzatura, bersi un’agua de coco e fare due chiacchiere con gli altri kiter. I più gettonati sono il DuroBeach (www.durobeach.com) al centro della costa che oltre a offrire cocktail alla frutta e piatti tipici di pesce è anche un centro Airush ufficiale con possibilità di noleggio di ali e tavole, corsi con istruttori multilingue e compressore per il gonfiaggio delle ali; più ricercato con prato all’inglese, lettini e i celebri puff in stile brasiliano del brand Brasilazy, sfiziosi aperitivi e dj set è Vila Coqueiros, circa 500 metri più a Nord. Si può anche fare un pit stop a una dalle tante barracas de praia per sorseggiare una caipirinha o rifocillarsi con l’açai, tipico dessert dalle proprietà antiossidanti preparato con le omonime bacche dell’Amazzonia.

Trick e salti a fianco di tartarughe e jangadas

Salti in Kitesurf
Salti in Kitesurf

Uscire con il kite in oceano è sempre emozionante

. La direzione del vento è costante: un Sud Est sempre side on mure a dritta, quindi con la garanzia che qualsiasi cosa succeda si può tornare a riva senza problemi. Il ciclo della marea che dura circa una settimana, assicura acqua piatta per almeno tre ore al giorno a cominciare dall’alba fino ad arrivare progressivamente alle sunset session.
In queste condizioni oltre a spettacolari bordi freeride si possono provare salti e trick in tutta sicurezza, perché nonostante le centinaia di kite colorati in acqua c’è sempre spazio per tutti. Se durante una manovra o una caduta si perde la tavola, niente paura: qualche bordo in body drag per risalire il vento, riacciuffare il proprio “tappeto volante” e si è pronti a ripartire. Anzi c’è anche il tempo di affiancare qualche tartaruga gigante che nuota a pochi metri dal bagnasciuga oppure ammirare il passaggio delle jangadas, le tradizionali barche dei pescatori nord brasiliani dalle vele latine multicolore.
Quando invece c’è alta marea, l’oceano presenta uno shorebreak di 1-1,5 metri che bisogna superare in entrata, dopodiché si surfa su un chop progressivamente più forte che mette a dura prova i quadricipiti ma è altrettanto adrenalinico sia per coloro che utilizzano tavole twintip che per chi esce col surfino. Occhio alla corrente che con venti sostenuti può essere molto forte.

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Laguna di Tabuba: acqua piatta a prova di principiante

La laguna
La laguna

Un’alternativa divertente all’oceano sono le lagune di acqua dolce che insieme alle dune di sabbia caratterizzano il territorio dello Stato del Cearà. Surfare in laguna vuol dire tirare bordi e salti in un’acqua perfettamente piatta a ogni ora del giorno e con qualsiasi condizione di vento. In genere le lagune offrono acque poco profonde dove si tocca più o meno dappertutto e quindi ideali sia per coloro che stanno imparando, sia per i pro rider che qui si cimentano in nuove figure.
A Cumbuco le lagune più grandi sono due e si trovano entrambi a ridosso dell’oceano: la prima è quella di Tabuba che dista circa 6 chilometri verso Nord dal centro cittadino e si raggiunge in 10 minuti con uno dei piccoli bus rossi della Municipal. Navigare in questo specchio d’acqua è elettrizzante e non a caso ci sono decine e decine di rider che cominciano a surfare fin dalle prime ore di luce e smettono solo dopo il tramonto.
In compenso ci sono delle piccole controindicazioni: l’acqua stessa, innanzitutto, che essendo un bacino stagnante mostra sgradevoli segni di inquinamento; poi in alcuni punti il fondale è pericolosamente basso (acqua alle caviglie) quindi occorre prendere le misure prima di lanciarsi in manovre azzardate; bisogna evitare alcune piccole rocce insidiose e nascoste in prossimità del ponte della statale e infine non ci sono barracas dove rifocillarsi, anche se ogni tanto passa qualche carrettino con gelati e panini.

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