Il mito del Bel Paese, l’Italia che fu, per almeno tre secoli, meta dei viaggi di formazione di artisti e intellettuali è il motivo ispiratore della mostra aperta dal 23 aprile a Monza, nella villa Reale. “Il fascino e il mito dell’Italia, dal Cinquecento al Contemporaneo”, excursus storico e tematico di circa novanta opere, si snoda lungo le stanze del piano Nobile della reggia offrendo, se ce ne fosse bisogno, un motivo in più per visitare l’edificio settecentesco del Piermarini. La mostra ha ricevuto finanziamento e sostegno da parte del ministero dei Beni Culturali e da Regione Lombardia, oltre a quello di Skira, del Consorzio Villa Reale e Cultura Domani. Strizza l’occhio a Expo, come tutte le iniziative del milanese di questa primavera, ma si fa apprezzare per una prospettiva originale dalla quale guardare la nostra, oggi bistrattata e confusa, Italia.
Il Grand Tour
Circa sessanta musei hanno accolto le richieste dei curatori, Sandrina Bandera, Caterina Bon Valsassina, Ada Masoero, Fernando Mazzocca, per ricostruire il mito italiano, così come veniva percepito e raccontato dagli artisti stranieri. In prima linea si trovano dipinti, ma ci sono sculture e gli esempi di autori italiani.
Dal Cinquecento circa, l’Italia è stata destinazione amata dagli intellettuali europei e non solo tra i pittori. Contavano, allora, il fascino del paesaggio naturale, le origini, affondate nella magnificenza della Magna Grecia e di Roma, i picchi di eccellenza nella storia dell’arte. Il Bel Paese era il luogo dove si respirav lo spirito della classicità, visibile nei resti delle architetture antiche; era la culla di maestri come Caravaggio e Michelangelo, ma anche una Roma “capitale” pervasa da cultura e potere clericale, come testimoniano i ritratti settecenteschi di Anton Raphael Mengs, o una nazione dove idee e ideologie comuniste hanno avuto la loro stagione d’oro, come pensò Andy Warhol, dipingendo “Falce e Martello”.
Da Cranach ad Anselm Kiefer
Diversi i nomi di artisti autorevoli presenti in mostra, a cominciare dalla bellissima “Eva” di Lucas Cranach il Vecchio. La scultura vuole la sua parte con opere di Francois Dusquenoy, Henri Matisse, Auguste Rodin, Henry Moore. Tra i ritratti, un dipinto di Tiziano, “Ippolito de’ Medici”, viene affiancato a oli di Anton Van Dick e di Pieter Paul Rubens. Gli artisti stranieri, a volte, prendono l’arte italiana a modello, come fecero i caravaggeschi del Seicento, oppure scelgono di rappresentare i luoghi stessi del Bel Paese: Napoli, Roma, Venezia, Firenze, in certe vedute di Gaspar van Wittel.
Gli amanti del contemporaneo preferiranno, nel percorso, la sezione tematica dedicata al Novecento. L’Italia non è più la stessa, i movimenti artistici europei cercano costantemente poetiche nuove e il senso di un viaggio culturale in Italia è profondamente cambiato. Il Bel Paese resta però, per gli artisti, fonte di ispirazione sempre viva: si vedano Robert Rauschenberg, Anselm Kiefer, Candida Hofer, Axel Hutte, Marina Abramovic.
Maggiori informazioni: www.fascinoemito.it