Se il cortese lettore ama lo Sport (e segnatamente il Tennis) potrebbe anche essersi commosso (ancorché solo un pochino, è pur sempre un gioco) e comunque entusiasmato per la finale conquistata da Roberta Vinci e da Flavia Pennetta nel singolare femminile degli US Open di New York (uno dei 4 tornei più importanti dell’anno, il Grande Slam) contro le due più forti giocatrici del mondo, la rumena Halep e la ‘grande’ Serena Williams.
Allo scrivente Spigolatore è successo.
E se un “terùn” o una “terùna” si fanno (molto) onore, è il caso che a tanta bravura si inchinino anche i “polentoni” del Nord (niente razzismo … si sta parlando della Puglia).
Eppertanto dimostri entusiasmo anche l’editorpadrone di Mondointasca, che è foggiano (mentre Roberta e Flavia sono sì pugliesi ma “terùne” di Taranto e Brindisi).
Renzi, andando a New York a vedere gli Us Open (a spese di Pantalone, così sarebbero stati capaci tutti gli aficionados al tennis, oltretutto c’era, più vicina, una vittoria certa di una bocciofila italiana a Mentone, ma l’avvenimento non era in tivù ….) Flavia Pennetta e Roberta Vinci vincere (perché alla fine della fiera hanno, stranamente non meno che insolitamente, vinto tutt’e due, e sorry per il calembour …) ha in effetti voluto esaltare il Tennis italiano e segnatamente quello femminile.
Solo che (e sarebbe stato il caso che qualcuno informasse il Premier) per vincere all’estero le giocatrici italiane all’estero devono (e han dovuto) andare (perché in Italia dello sport – pubblico – se ne fottono tutti). E se non bastassero le umili info del tenutario di questa rubrica (da quasi sette decadi aficionado al Tennis) Marco Imarisio sul Corsera (14/9, pag. 42): “L’evento incredibile Pennetta – Vinci è frutto dell’imponderabile ma non riflette nulla dello stato di salute del Tennis italiano… I successi delle ragazze pugliesi e delle loro colleghe non sono il successo di un sistema ma di un settore privato, le famiglie… Flavia Pennetta e Sara Errani sono italiane di passaporto ma spagnole di formazione, Roberta Vinci ha dovuto trasferirsi a Palermo e ha pagato l’allenatore di tasca propria, Camila Giorgi ha papà argentino che ha cresciuto la figlia in giro per il mondo …. dietro c’è il nulla, non c’è un’italiana sotto i 21 anni nelle prime 300 giocatrici della classifica mondiale…”. (Ma c’erano l’aereo “a gratis” e – soprattutto – la tivù … apparire, cara gente, apparire ….).