L’imponente rampa di Domiziano che collegava, con sette tornanti sovrapposti lunghi una cinquantina di metri, il Foro Romano alla Domus Tiberiana e agli altri palazzi imperiali sul Palatino, da oggi, 21 ottobre, per la prima volta al pubblico. La scoperta del monumento risale a Giacomo Boni, che nei primissimi anni del Novecento opera in tutta l’area una serie di scavi che riportano alla luce, oltre alla rampa, l’antichissima chiesa di Santa Maria Antiqua, soltanto in parte riemersa due secoli prima, la cui inaugurazione è prevista a marzo del prossimo anno.
La rampa fa parte di un grande e ancora misterioso complesso di edifici sul lato sud-orientale del Foro, impiantato da Domiziano e ultimato da Adriano, che comprendeva un atrio trasformato nel VI secolo nella chiesa di Santa Maria Antiqua, un’aula in origine voltata che gli scopritori identificarono erroneamente col Tempio di Augusto, un portico e un’aula più piccola tramutata in epoca tardoantica nell’Oratorio dei Quaranta Martiri. Giacomo Boni studiò attentamente e ricostrui filologicamente le volte di un buon tratto della rampa, le cui murature raggiungevano in origine circa 40 metri di altezza ma le cui coperture erano crollate, senza però completare l’opera.
Oggi si conservano il primo e il secondo corridoio, con le volte a botte in opera cementizia di Boni completate usando materiale reversibile (legno lamellare), il pavimento originario in opus spicatum e tracce degli intonaci parietali.
Il terzo braccio, conservato, e il quarto, ricostruito, sono privi di coperture. Il monumentale spazio coperto, bonificato e chiuso da alte vetrate di cristallo, comprende anche tre piccole sale di servizio che saranno dedicate a mostre di reperti e fotografie d’epoca sulla storia del luogo e degli scavi. Il percorso, che offre un affaccio spettacolare sul Foro, sfocia sul clivo della Vittoria, che attraversa il Palatino dall’angolo nord alla Domus Flavia.