Un grande bothros, una fossa scavata nella pietra o nella terra destinata alle offerte rituali per le divinità ctonie, realizzato per sancire l’atto di fondazione dell’ingresso monumentale del Santuario della Malophoros, risalente al V secolo a.C., è stato ritrovato da un gruppo di archeologi a Selinunte, in provincia di Trapani. Il bothros ritrovato è un vero e proprio pozzo del diametro di circa 60 cm la cui imboccatura era delimitata da un pithos, un grande vaso utilizzato per l’immagazzinamento delle derrate alimentari, obliterato da una gettata di pietre e tegole.
All’interno del bothros, esplorato fino ad una profondità di circa 2 m, è stato trovato un importante deposito votivo caratterizzato da un grande numero di terrecotte figurate, alcune anche di dimensioni medio-grandi, e altri reperti di varia natura, tra i quali lucerne, astragali, coppe locali, e lekythoi attiche figurate che hanno permesso di associare cronologicamente il deposito votivo al momento di costruzione del Propylon e cioè alla seconda metà del V sec. a.C.
Le ricerche si sono concentrate in quella che era considerata un’area sacra extraurbana dedicata a Demetra, la cui frequentazione è attestata fin dalla fine del VII secolo a.C. La finalità delle nuove indagini archeologiche era quella di esplorare e chiarire alcuni aspetti cronologici di un’area cruciale del Santuario della Malophoros in parte non ancora del tutto indagata nel corso delle precedenti ricerche. Pertanto, si può concludere che l’equipe impegnata nello scavo dell’angolo sud-ovest del suddetto monumento è stata protagonista di un importante ritrovamento.