Bugatti-Chiron limite di velocità da 420 kmh

La Bugatti-Chiron (lo dice il Corriere della Sera) è l’auto più veloce e cara del mondo e raggiunge i 420 kmh.
Roba che, se quell’auto attraversa a quella velocità il territorio di un Comune d’Italia (che insieme a tutti gli altri compari ha da tempo messo a bilancio le contravvenzioni sui limiti di velocità, e di quelle campano, con risultati piacevolmente graditi dagli automobilisti) e il Comune, dopo lunghi ed estenuanti calcoli ed algoritmi, quantifica in soldoni la velocità sforata, vien fuori una cifra che ripiana il deficit (non del solo Comune, di tutta la regione di appartenenza, isole comprese …). Imperocché questa umile non meno che modesta rubrica si pone un interrogativo quanto mai naif (ma fors’anche logico): ma, se uno, con quest’auto, non può andare alla suesposta velocità nemmeno sulla luna, perché mai la (vedi costo) compra? Solo per un vezzo? O anche perché (oltre al vezzo) è, pure, un pirla?

L’Huffington Post (1/3) scrive che il Fatto Quotidiano “dice” che la Francesca Pascale si è incazzata come una iena distruggendo un quadro di valore (prova che era incazzata sennò si sarebbe limitata a distruggere una foto con dedica del Milan) venendo a sapere che il Silvio è innamorato di Lavinia Palombini che oltre a essere (almeno in foto) una (gran) bella gnocca ha (soltanto) 21 anni.
Di tutto il suesposto Gossip all’umile estensore di queste disperata rubrica non frega assolutamente nulla (e spera che non freghi nulla nemmeno ai colti lettori di mondointasca.org), solo che, ritrovandosi (il sullodato, umile estensore) non solo coscritto del Silvio ma pure compare di Bilancia, plaude (non senza una punta di invidia) al suo inventivo nonché ancora allupato (chapeau!) coetaneo per il mantenimento di sì baldi sexyardori il cui appagamento è viepiù nobilitato da un nobile (quanto barbino) ricorso alla carne fresca. E vai Silvio!!!

Morricone ha vinto un Oscar.
Bravo (e questa rubrica lo dice col cuore, mica lo fa perché “lo dicano” i giornali e i tiggì).

“Il pensiero religioso è un tentativo di trovare una via d’uscita in una stanza senza porte”.
Albert Einstein