Scavare, repertare, documentare, esporre non è impresa facile, ma per coloro che sono mossi dalla passione per la curiosità, per la conoscenza e il desiderio di riportare alla luce oggetti che testimoniano il nostro passato più remoto e ci indicano quali sono stati i nostri archetipi di vita, dev’essere senza dubbio una bella soddisfazione giungere alla raccolta, alla collezione tematica. E’ l’intento mosso da Intesa Sanpaolo attraverso le collezioni d’arte, in particolare l’esposizione situata presso il prestigioso Palazzo Leoni Montanari, sede museale e culturale dell’Istituto Bancario a Vicenza, a completamento del progetto espositivo Il Tempo dell’antico, giunto al quarto appuntamento con l’arte antica. La collezione è dedicata a valorizzare le ceramiche attiche e magnogreche rinvenute nei territori governati, in tempi remoti, dai greci: le nostre belle terre pugliesi.
Le ambre della Principessa Caterina di Russia
Uno dei temi dominanti è l’ambra, un prezioso minerale, abbondantemente utilizzato anche oggi come gioiello di ornamento, e tanto amato da Caterina di Russia al punto da far decorare un’intera sala del suo sfarzoso palazzo nelle vicinanze di San Pietroburgo. Al minerale d’ambra si associa anche un’altra figura femminile, vissuta tra il V e IV secolo a.C. alla quale fu dedicata la Tomba delle Ambre, in cui fu deposto un vero e proprio corredo di oggetti: vasi, pendenti in ambra, monili in quanto al prezioso minerale si attribuivano proprietà magiche e terapeutiche.
Il percorso espositivo è composto da vasi in ceramica abilmente dipinti dai ceramografi dell’epoca; pendenti e oggetti d’ambra portati alla luce dalle antiche sepolture di Ruvo di Puglia, un territorio, centro antico della provincia di Bari, divenuto un crogiuolo di tesori archeologici. L’opera di scavo ebbe inizio nel secolo XIX per opera di locali “tombaroli” i quali, intuendo il valore dei reperti, pensarono di farne un business per collezionisti nazionali ed internazionali. Fortunatamente, la depauperazione ed il commercio dei reperti, cessò grazie all’impegno del fondatore della collezione, l’arcidiacono Giuseppe Caputi che, intorno al 1830, iniziò a raccogliere i vasi rinvenuti nei fondi di sua proprietà e a salvare un patrimonio archeologico di alto valore storico, passato in seguito nelle mani del nipote Francesco e successivamente ad Intesa Sanpaolo.
Vasi, ceramiche, ambra e affreschi
In mostra non solo vasi, ceramiche, ambra, ma si potrà ammirare una parte degli affreschi che costituivano la decorazione parietale della Tomba delle Danzatrici, rinvenuta a Ruvo di Puglia a testimonianza dei vari rituali funerari, tipica usanza delle popolazioni antiche. La tomba, rinvenuta nel 1833, è appartenuta ad un importante personaggio dell’epoca al quale è stata dedicata la sepoltura ricca di oggetti e di rappresentazioni parietali policrome a suggellare per sempre il ricordo della “principessa” in un vorticoso intreccio di figure femminili raffigurate in una danza propiziatoria. Oltre ai reperti archeologici che narrano scene mitologiche e di vita quotidiana, sono esposte tele raffiguranti otto vedute di paesaggi napoletani attribuite al pittore olandese Anton Sminck Pitloo; il dipinto dedicato al re Ferdinando IV di Borbone; fogli di pittura policroma risalenti alla prima metà del XIX secolo.
La mostra è stata curata dall’archeologa Federica Giacobello, col supporto del Museo Archeologico Nazionale di Napoli per le ceramiche, dell’Università degli Studi di Bari per lo studio e la ricostruzione storico-archeologica.
Info: www.gallerieditalia.com