Non è ancora primavera ma quando i capricci di vento e pioggia si alternano a improvvise ‘finestre’ di sole tiepido, certi scenari della Sicilia stupiscono. Soprattutto quelli in cui la bellezza della natura è raggiunta dalla perfezione dell’architettura e a fare da cornice sono le infiorescenze bianche dei mandorli.
È così dentro e attorno alla Valle dei Templi, l’area su cui sorse l’antica Akràgas, esempio di magnificenza dorica in un territorio distante dalle zone più colonizzate dagli avi ellenici, ma che diede i natali al grande Empedocle e venne definito da Pindaro come la ‘più bella città dei mortali’.
Danzatori da Europa e Asia per la festa del mandorlo in fiore
Con i colori e i profumi dei fiori di questi alberi simbolo di ‘apertura’, – sono tra le piante più facili da innestare con diversi altri alberi da frutto – a incorniciare il prologo della stagione più dolce ci saranno anche i sontuosi e coloratissimi costumi di danzatori e cantanti nonché gli insoliti strumenti di suonatori, quest’anno in arrivo da Europa e Asia per trasformare Agrigento con il suo parco archeologico in una piccola capitale del mondo. Protagonista sarà il Folklore, dal 2008 parte del Patrimonio Immateriale dell’Unesco.
Teatro di questa malìa è la Festa del Mandorlo in Fiore, partita sabato 4 marzo e proprio in questi giorni entrata nel vivo del suo palinsesto, che, come da tradizione, articolerà nella seconda parte di questa settimana il meglio delle performance coreografiche e canore dei gruppi di musica e balli popolari. Una delle più antiche importanti celebrazioni del folklore a livello internazionale. L’accensione del Tripode dell’Amicizia, la sera del 7 marzo, davanti al Tempio della Concordia, ha dato ufficialmente il via al Festival Internazionale del Folklore, momento clou dell’intera manifestazione, che, sotto lo stesso tempio simbolo di armonia e prosperità toccherà il suo apice espressivo nel pomeriggio di domenica 12 marzo, giorno finale della kermesse.
Mandorlo in fiore, incontro di culture e di popoli
Giunta alla sua, 72esima edizione la Festa del Mandorlo valica ormai da molto tempo i limiti di una semplice sagra – come è pur stata definita per lunghi anni. Si tratta invece di una manifestazione dal grande significato artistico e culturale, anche in ragione del suo ruolo tradizionale, ma più che mai attuale: spingere a suon di musica, allegria e spensieratezza un messaggio universale di pace, solidarietà e dialogo tra popoli.
Una finalità che contraddistingue questa festa popolare sin dal 1934, quando il suo set d’origine fu la Valle del Paradiso a Naro, borgo barocco a 30 chilometri da Agrigento, prima di allargare, qualche anno dopo, la sua risonanza da quello scenografico palcoscenico di storia e mitologia affacciato sul Mediterraneo che è la Valle dei Templi.
Akràgas centro della sregolatezza urbanistica
Svecchiato il logo, anche quest’anno la Festa del Mandorlo presenta un variegato programma, caratterizzato dall’animazione urbana tra le vie del centro storico di Agrigento. Anche lei città di eccessi: come Akràgas lo fu in termini di perfezione architettonica.
La città dirimpettaia al Parco Archeologico ha a lungo rappresentato l’emblema della sregolatezza urbanistica e dell’abbandono di antichi quartieri di matrice araba. Identità, questa, che adesso mira a recuperare grazie a piani di risanamento. Protagonisti del Festival quest’anno sono diciotto gruppi folk, riconosciuti patrimonio immateriale dell’Unesco.
Il premio Tempio d’Oro alla migliore danza
Quest’anno le delegazioni arrivano da 11 paesi: Corea, India, Giordania, Iran, Israele, Palestina, Albania, Lettonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, nazione rappresentata anche dalla antica Opera dei Pupi. Infine l’Italia, presente con i Cantori sardi e il gruppo I Tammuri di Girgenti, una delle nove compagini folkloristiche della città. A questi si aggiungono altri 6 gruppi composti da bambini, che pongono Agrigento ai vertici mondiali per quanto riguarda la concentrazione di compagini folkloristiche.
Ogni anno in giro tra i festival dei 5 continenti per presentare con musica e danze il ricco patrimonio artistico e culturale della città. Un grande e coreografico dialogo che come ogni anno sarà anche una gara, nella quale non sarà facile il compito della giuria internazionale di assegnare, sempre la sera di domenica, il premio Tempio d’Oro per la migliore danza, il miglior costume tradizionale e la migliore orchestra folklorica.
Mostre convegni e laboratori del gusto
All’interno della città spettacoli mostre convegni e laboratori del gusto si svolgeranno tra le piazze più antiche. Ma anche nei principali edifici di culto, come il Collegio dei Filippini e le chiese di San Pietro e di San Lorenzo e i teatri Postavecchia e Pirandello. Spazio, quest’ultimo, dove le sere del 10 e dell’11 marzo si svolgeranno rispettivamente il Galà della Dieta Mediterranea con la partecipazione dei migliori ristoratori della provincia di Agrigento e le esibizioni del Festival Internazionale del Folklore.
Nella Valle dei Templi invece set principale delle danze sarà il periptero del tempio di Giunone, anticamente ‘gemello’ di quello della Concordia per dimensioni e similitudini costruttive. Un festival del ‘Sud del Mondo’ e del meticciato, in cui si alternano diversi concerti. Stasera sarà la volta della cantante portoghese Teresa Salgueiro, tra le migliori interpreti del Fado: si esibirà al teatro Pirandello, a seguito dell’incontro con la scrittrice agrigentina Simonetta Agnello Hornby; domani (9 marzo) toccherà invece ai siciliani QBeta insieme a Lello Analfino, front man dei Tinturia. Il loro concerto sarà a piazza Cavour.