La ricerca della felicità è un grande tema filosofico che nel corso dei secoli ha avuto alterne vicende. Ogni essere umano la ricerca, ma ognuno la percepisce in modo diverso. Nel nostro tempo la felicità è sempre più un bisogno individuale. Uno degli elementi per essere felici è il benessere, ma da solo non basta. Oggi, 20 marzo, si celebra la giornata mondiale della felicità (World Happiness Day) indetta dall’Onu, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, nel 2012. Obiettivo di questa giornata è andare oltre la mera ricorrenza, impegnando ogni Paese a perseguirla in campo sociale ed economico.
Ma c’è una ricetta per essere felici? Una no! Però il quinto Rapporto Mondiale sulla Felicità, presentato oggi alle Nazioni Unite, classifica 155 Paesi in base al loro livello di felicità. Elaborato dal Sustainable Development Solutions Network , individua gli indicatori di felicità che nei vari Paesi i governi, le organizzazioni e la società civile devono usare per orientare le decisioni politiche verso l’ottenimento del benessere, che è ciò che più conta per le persone. Il Rapporto prova inoltre che “la felicità è il risultato della creazione di solide fondamenta sociali. Costruire fiducia sociale e una vita sana, non pistole o muri”, ha detto Jeffrey Sachs Direttore del Sustainable Development Solutions Network. La ricerca rivela che la felicità differisce considerevolmente attraverso lo stato di occupazione, il tipo di lavoro e i settori industriali. Le persone con ruoli ben retribuiti sono più felici, ma i soldi sono solo una delle misure che portano alla felicità; l’equilibrio vita-lavoro, la varietà del lavoro e il livello di autonomia sono altri fattori rilevanti.
La Norvegia il paese più felice
Le nazioni che applicano questi indicatori da tempo sono i Paesi scandinavi, in testa per qualità della vita. Al primo posto quest’anno si è posizionata la Norvegia che ha scalzato la vicina Danimarca, detentrice del podio per tre volte negli ultimi quattro anni. Nonostante i recenti cali del prezzo del petrolio, di cui è ricca, la Norvegia ha comunque raggiunto il primo posto, dimostrando ancora una volta che la felicità dipende più da altri fattori che dal reddito. Tra i primi dieci in classifica al terzo posto si posiziona l’Islanda, seguita da Svizzera, Finlandia, Paesi Bassi, Canada, Nuova Zelanda, Australia e Svezia. Gli Stati Uniti arrivano solo 14esimi, perdendo un posto dall’anno scorso. E l’Italia? Purtroppo deve accontentarsi del 50° posto, per il secondo anno consecutivo, e viene dopo stati come l’Uzbekistan o il Nicaragua.