Un recente studio australiano ha rilevato che i droni rappresentano uno dei migliori strumenti per monitorare le colonie di animali che vivono in zone molto difficili da raggiungere come quelle tropicali o polari. Le fotografie aeree scattate da questo mini-aereo, insieme alle ottime capacità fotografiche e informatiche presenti in alcuni software caratteristici dei droni con telecamera, permettono di effettuare censimenti attendibili e precisi, imprescindibili al fine di studiare e conoscere le abitudini e il numero effettivo degli animali esaminati, con pochissimi margini di errore.
Il progetto elaborato dal San Diego Zoo Global
Negli ultimi mesi è stato possibile constatare come l’utilizzo di questa tecnologia stia diventando sempre più essenziale per la salvaguardia delle specie protette. È il caso del drone che verrà utilizzato per salvare gli orsi polari, un progetto elaborato dal San Diego Zoo Global, gruppo che si occupa della protezione degli animali selvatici, che porterà il velivolo senza pilota sull’Artico per controllare lo stato dei ghiacci e il comportamento degli animali. È risaputo che la vita e la sopravvivenza degli orsi polari è legata ai ghiacci, fondamentali per la loro alimentazione, le rotte di migrazione e la protezione dai pericoli. Per tale ragione lo scioglimento e conseguente riduzione dei ghiacci al polo nord rappresenta un problema non indifferente per i 25mila esemplari presenti in tutto il mondo. Il San Diego Zoo Global, ha così pensato di monitorare l’habitat degli orsi ricorrendo all’impiego dei droni: servendosi della collaborazione della Northrop Grumman Corporation ne ha sviluppato uno in grado di monitorare la formazione dei ghiacci e il comportamento degli ursidi.
Mappatura dell’ambiente e registrazione dei cambiamenti climatici
Il drone sorvolerà l’Artico per mappare l’ambiente e osservare dettagliatamente gli animali, cosa mai fatta prima d’ora, poiché la normale camera da presa ad alta risoluzione, potrebbe danneggiarsi considerate le temperature rigidissime della zona che possono arrivare fino a -34 gradi centigradi. I cambiamenti climatici, rilevati già nel corso del tempo, a seguito dello scioglimento dei ghiacci nel mare, hanno obbligato gli orsi a passare ogni anno sulla terraferma un periodo di tempo più lungo rispetto a prima provocando al contempo una modifica delle loro abitudini alimentari: stare sulla terraferma, per gli orsi, significa digiunare.
Cosa c’è a bordo del drone
Il drone, con i suoi speciali sensori, sorvolerà quest’anno la regione Knife Delta, situata a circa 40 chilometri a nord della città di Churchill, nella baia di Hudson. A bordo del velivolo senza pilota c’è una capsula contenente una telecamera ad alta risoluzione insieme ad un sensore che generalmente viene adoperato per il monitoraggio delle colture. Ci sarà anche un radar che servirà per misurare lo spessore del ghiaccio. Lo strumento è stato realizzato dalla startup Aerotenna nata all’interno dell’Università del Kansas. È inoltre in fase di elaborazione un algoritmo che consente di segnalare la presenza di orsi e di tracciare ogni loro spostamento. La capsula, isolata termicamente, è fatta con del materiale impiegato anche per l’attrezzatura spaziale: questo fa sì che strumenti funzionino anche a temperature molto basse o molto alte.