Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Museo della Radio Guglielmo Marconi: passato, presente e futuro

Museo della Radio

Verona ospita a Porta Nuova il “Museo della Radio Guglielmo Marconi”. Fino al 1° ottobre si potranno ammirare macchine fotografiche, l’antenna direzionale che lancio il primo segnale “senza fili”, telegrafi, trasmettitori radiotelegrafici, esemplari di radio degli anni venti

Museo della Radio Stazione-telegrafica
Stazione telegrafica

Museo della Radio Guglielmo Marconi. La rivoluzione industriale ha visto nascere innovazioni tecniche e tecnologiche in grado di trasformare produzioni economiche e abitudini senza precedenti; ma forse quella che ha dato inizio alla comunicazione di massa è senz’altro la trasmissione d’ informazioni attraverso le onde elettromagnetiche. In altre parole è stata inventata la Radio. Un formidabile apparecchio che, nel corso dei decenni, si è evoluto sia dal punto di vista stilistico, sia della ricerca tecnica sino a creare autentiche radioline miniaturizzate.
La città di Verona apre, per la prima volta, uno dei suoi monumenti storici più belli per ospitare una mostra che intende rendere omaggio agli scienziati che, con i loro studi e ricerche continue, hanno contribuito a modificare il settore delle telecomunicazioni.

Museo della Radio: pezzi unici

Museo della Radio Fonografo
Fonografo

Porta Nuova, rinascimentale edificio storico di Verona, ospita il “Museo della Radio Guglielmo Marconi” aperto al pubblico fino al prossimo 1° ottobre.All’interno sono esposti pezzi unici, provenienti in buona parte dalla collezione privata di  Alberto Chiantera, tra cui la famosa antenna direzionale installata sul panfilo “Elettra” da cui lo scienziato italiano Guglielmo Marconi fece partire il primo segnale “senza fili” della storia dell’umanità. Da quel momento, infatti, è stato un susseguirsi di ricerche e scoperte per cercare di accorciare le distanze telematiche che sono diventate sempre più piccole fino all’uso dell’attuale universo digitale.

Museo della Radio e della tecnologia

Museo della Radio Museo-Guglielmo-Marconi

Potranno essere osservati le prime macchine fotografiche, i primi proiettori del Novecento, i primissimi telegrafi, i prototipi dei trasmettitori radiotelegrafici, con quella ingombrante matassa di fili e circuiti, le valvole a palloncino, cuffie, batterie, gli altoparlanti esterni, esemplari di radio degli anni venti e trenta, i modelli militari utilizzati nelle campagne della prima e della seconda guerra mondiale, i ricevitori degli anni sessanta e settanta e le prime autoradio, status symbol del boom economico degli anni sessanta.
Nel programma dell’esposizione sono previsti degli appuntamenti-evento in cui potranno essere ascoltate, da vecchi grammofoni, alcune delle arie più note cantate in Arena.
La mostra è aperta al pubblico dalle ore 10:00 alle ore 18:00 ad ingresso gratuito tutti i giorni.

LEGGI ANCHE  Galatina, il battito del Salento

Curiosità

Museo della Radio Type-Guglielmo-MarconiGuglielmo Marconi,

insignito del Premio Nobel per la fisica nel 1909 chiamò Elettra sia la figlia avuta dalla seconda moglie che il panfilo laboratorio dove egli amava condurre i suoi esperimenti navigando lungo le coste liguri del Golfo del Tigullio. Allo scienziato, genio incompreso presso le autorità italiane, non restò che emigrare nel Regno Unito, dove fu incoraggiato a proseguire i suoi studi e ad arricchire, attraverso i finanziamenti inglesi, la sicurezza in mare riuscendo a mettere in contatto diretto le navi  in mare con le basi sulla terraferma. A lui si devono i segnali SOS lanciati dalle imbarcazioni in segno di soccorso ed i collegamenti transoceanici e transcontinentali in divenire.

Porta Verona è un magnifico esempio di architettura rinascimentale ad opera dell’architetto veronese Michele Sanmicheli su incarico della Serenissima Repubblica di Venezia che nel 1540 pensò bene di implementare le mura della città fortificata ristrutturando le cinta murarie  con possenti bastioni e costruendo nuove porte d’accesso alla città: Porta Nuova, Porta Palio e Porta San Zeno. Il Sanmicheli, esperto architetto militare, seppe coniugare brillantemente i valori artistici alle esigenze difensive di Verona, con la realizzazione di opere d’arte di inestimabile valore che, ancora oggi, sopravvivono e contribuiscono alle bellezze della città della lirica  e dell’amore  romantico tra Romeo e Giulietta.

Informazioni: www.museodellaradio.com

Leggi anche:

La realtà virtuale entra al Teatro Olimpico di Vicenza

Tiziano e la pittura del cinquecento tra Venezia e Brescia

William Turner il “pittore della luce”

Condividi sui social:

Lascia un commento