Il Grande Progetto Pompei non si ferma neppure durante il lockdown. Gli scavi nella Regio V continuano a riservare straordinarie scoperte. L’ultima in ordine di tempo è un Thermopolium, un impianto commerciale dove si servivano bevande e cibi caldi. Di fatto una bottega con smercio di alimenti che oggi chiameremmo street food. I cibi erano conservati in grandi giare incassate nel bancone in muratura. Queste botteghe erano molto diffuse nel mondo romano dove era abitudine consumare il pradium (il pasto) fuori casa. Nella sola Pompei se ne contavano circa ottanta.
Le nuove scoperte nella Regio V negli scavi di Pompei “fanno di Pompei uno dei luoghi più visitati in Italia. Un luogo in cui si fa ricerca, si continua a scavare e si fanno scoperte straordinarie come questa”, ha commentato Dario Franceschini, Ministro per i beni le attività culturali e il turismo.
“Oltre a trattarsi di una testimonianza della vita quotidiana a Pompei, le possibilità di analisi di questo termopolio sono eccezionali. È prima volta che si scava un simile ambiente per intero”, ha dichiarato Massimo Osanna, Direttore Generale ad interim del Parco archeologico di Pompei.
Pompei ultima scoperta: il Thermopolium
Il nuovo termopolio è emerso dallo scavo nella Regio V, davanti ad una piazza di grande passaggio. All’angolo fra il vicolo dei Balconi e la casa delle Nozze d’Argento. Un tratto parzialmente scavato nel 2019. Dopo aver ritrovato al primo piano, insieme con una prima parte del bancone che affacciava sulla piazza con fontana, tra le più frequentate a Pompei, si è continuato a scavare.
Proprio gli scavi successivi, nelle settimane di fine anno, hanno restituito il bancone a forma di ‘elle’. Sul fronte è decorato con l’immagine di una Nereide che cavalca un ippocampo in ambiente marino; sul lato più corto l’illustrazione sembra l’insegna commerciale della bottega. Insieme alle straordinarie decorazioni del bancone e al pavimento intarsiato di marmi policromi, nel termopolio ritrovato anche materiale da dispensa e da trasporto. Rinvenute ancora intatte nove anfore, una patera di bronzo, due fiasche, un’olla di ceramica comune da mensa.
Pompei ultima scoperta: prime analisi di laboratorio
Le prime analisi dell’antropologa Valeria Amoretti, confermano come le pitture sul bancone rappresentino, almeno in parte, i cibi e le bevande venduti all’interno del termopolio. Tra i dipinti scene di nature morte e animali probabilmente macellati e venduti nel locale. Raffigurate anche due anatre germane a testa in giù. Un frammento osseo di anatra è stato rinvenuto all’interno di uno dei contenitori, insieme a suino, caprino, ovini, pesce e lumache di terra.
A poca distanza dal bancone, vicino al dipinto che ritrae un cane al guinzaglio, lo scheletro di un cagnolino adulto, di dimensioni modeste: 25 cm alla spalla, taglia piuttosto rara, che fa supporre che si praticasse già in epoca romana la selezione delle razze da compagnia.
Una ricerca, comunque, che è solo agli inizi e promette di avere “sviluppi molto interessanti”, sottolinea Massimo Osanna. In un secondo ambiente sul retro e in un piano superiore del Termopilio, sono stati trovati i resti di due uomini. Uno dei due, un cinquantenne, stando all’ipotesi dell’antropologa Valeria Amoretti, era sdraiato su un letto nel retrobottega. Le ossa del secondo – fatta eccezione per un piede – sono state trovate in un grande vaso, probabilmente occultate lì da scavatori che avevano indagato una parte di questo ambiente già nel XVII secolo.
Pompei ultima scoperta: in primavera si apre alle visite
“La bottega sembra essere stata chiusa in tutta fretta e abbandonata dai proprietari – racconta Osanna nel docu-film andato in onda su Rai 2 il 27 dicembre – ma è possibile che qualcuno, forse l’uomo più anziano, fosse rimasto al suo interno e che sia morto nella prima fase dell’eruzione, schiacciato dal crollo del solaio. Il secondo potrebbe essere invece un ladro o un fuggiasco affamato, entrato per racimolare qualcosa da mangiare e sorpreso dai vapori ardenti con in mano il coperchio della pentola che aveva appena aperto”.
Cosa sia veramente successo lo si potrà capire in seguito. “Questi sono solo i primi dati macroscopici forniti dallo scavo in corso – aggiunge Valeria Amoretti – ma non saranno sicuramente gli ultimi”.
Mentre i lavori proseguono, Massimo Osanna, confida di aprire alle visite il Thermopolium, pandemia permettendo, già in primavera, magari per Pasqua. Si prevede, per quella data, di allestire un percorso che passi anche dal cantiere della casa delle Nozze d’Argento, una meraviglia chiusa al pubblico da decenni.
Info: pompeiisites.org/parco-archeologico-di-pompei