Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, affaccia sul Mediterraneo. L’intera comunità vive di pesca, in particolare di quella al gambero rosso. Il 1° settembre 2020 si consuma l’ennesimo sequestro di pescherecci italiani da parte dei libici. A farne le spese 18 pescatori coi loro pescherecci, abbordati dalle motovedette libiche e scortate fino a Bengasi. Incarcerati dalla milizie del generale Khalifa Haftar, leader della Libia Cirenaica, con l’accusa di aver sconfinato in acque libiche.
La Cala. Cento giorni nelle prigioni libiche, scritto da Giuseppe Ciulla e Catia Catania, è un reportage che racconta 108 giorni di umiliazioni, maltrattamenti, finte esecuzioni e forti pressioni psicologiche subite dai pescatori mazaresi.
La Cala, uscito in occasione del primo anniversario (17 dicembre 2021) della liberazione dei 18 pescatori, ha acceso i riflettori sulla “guerra del pesce” che si compie ogni giorno ma ignorata dalla politica. Un libro che svela storie e vicende di pescatori disperati, di miliziani spietati e di trame politiche nascoste, come sottolinea Roberto Saviano, responsabile per Bompiani della collana “Munizioni”.
La Cala. Cento giorni nelle prigioni libiche
Durante il sequestro, mentre le autorità italiane ostentavano sicurezza e ottimismo, la comunità mazarese si strinse attorno alle famiglie. Un drappello di donne si batté per la liberazione degli ostaggi incatenandosi sotto il Parlamento per intere settimane. Erano tutte mogli tranne una: Rosetta Ingargiola Marrone, di settantatré anni. La madre del capitano del motopeschereccio “Medinea” Pietro Marrone (picchiato e messo in isolamento dopo aver contestato l’accusa di essere anche un trafficante di droga – aveva già perso un figlio in mare. Non voleva perderne un altro. Il rapporto tra madre e figlio è il filo rosso che lega tutte le storie di questa vicenda, specchio di un popolo che vive di pesca e che ha sempre più paura di uscire in mare.
La Cala è la cronaca puntuale del sequestro ricostruita dagli autori grazie alle testimonianze dei protagonisti. La storia di Mazara, che viene ripercorsa attraverso le vicende della famiglia Marrone, svelano il dramma di una comunità che da 50 anni fatica a difendere il suo diritto alla pesca e quindi alla vita. Nell’incandescente scacchiere del Mediterraneo i pescatori di Mazara sono pochi e poco rilevanti, destinati a subire le decisioni unilaterali di Libia e Tunisia nella determinazione delle acque territoriali, gli attacchi, i sequestri del pescato, senza che a Roma e a Bruxelles ci si impegni per una soluzione equa e definitiva. La Cala è un libro che coinvolge il lettore e a tratti commuove per la forza di una madre e di una intera comunità che si è spontaneamente mobilitata.
LA CALA. Cento giorni nelle prigioni libiche di Giuseppe Ciulla e Catia Catania, Bompiani editore, pagine 240, € 17,00
Autori
Giuseppe Ciulla
giornalista e autore televisivo. Nato a Mazara del Vallo, vive a Roma, lavora a La7 e ha realizzato reportage e documentari nei Balcani e in Medioriente: Capulcu (2014) e Prigionieri, fuga dall’Isis (2015). Ha scritto inchieste e racconti di viaggio: Lupi nella nebbia (2010), Ai confini dell’impero (2011), Un’estate in Grecia (2013)
Catia Catania blogger e organizzatrice di rassegne letterarie ed eventi culturali. Vive a Mazara del Vallo ed è autrice, insieme ad altri attivisti di Addiopizzo, del volume Sicilia. Una guida non convenzionale.