
La Fiat 600, “la più trasformata dagli italiani”, rivoluzionò la motorizzazione del nostro Paese. In occasione del suo settantesimo compleanno, il Museo Nicolis protagonista a Milano a #FORUMAutoMotive 2025, uno degli eventi internazionali più attesi nel settore dell’automobile, ha festeggiato l’anniversario esponendo un vero gioiello della storia dell’automobile: la Fiat 600 D Coupé Viotti del 1965. L’auto che è stata il simbolo del sogno italiano negli anni della rinascita post-bellica.
Un’icona del made in Italy

Con oltre 4,9 milioni di esemplari prodotti, la Fiat 600 è stata definita “la più trasformata dagli italiani“, un’espressione presa in prestito da una celebre pubblicità. Nata da un progetto innovativo, con motore posteriore raffreddato ad acqua e spazio per quattro persone, questa vettura ha rivoluzionato la mobilità italiana, affiancandosi a icone come la Balilla e la Topolino.
Nel pieno del boom economico, divenne l’auto della famiglia italiana, trasformando il modo di viaggiare e segnando un’epoca.
Presentata ufficialmente al Salone di Ginevra nel 1955 e progettata da Dante Giacosa con l’obiettivo di offrire agli italiani un’auto compatta, accessibile e efficiente, la Fiat 600 conquistò il cuore degli italiani, diventando simbolo di benessere e libertà.
Lo slogan dell’epoca la definiva “modernissima, agile, sicura”, mentre la sua presenza in celebri pellicole cinematografiche ne consolidò il mito.
La Fiat 600 rappresenta perfettamente l’estro creativo e il design italiano dell’epoca che contribuirono a diffondere il made in Italy nel mondo.
Viotti: maestro di eleganza automobilistica

La versione D del 1960 introdusse miglioramenti significativi, tra cui un motore potenziato da 767 cm³. Il modello esposto dal Museo Nicolis è una versione speciale: un esclusivo coupé con tetto in tela, firmato dal celebre carrozziere Vittorino Viotti, uno dei più raffinati artigiani del design automobilistico italiano.
Attiva fin dagli anni ’20, la sua carrozzeria si specializzò nella creazione di modelli esclusivi e di alta qualità, questo esemplare rappresenta perfettamente l’estro creativo e il design italiano dell’epoca che contribuirono a diffondere il made in Italy nel mondo.
Il nome Viotti è legato, oltre che alla produzione di tante fuoriserie soprattutto su telai Fiat e Lancia, alla diffusione nel dopoguerra di un nuovo tipo di carrozzeria: la station wagon, a quei tempi chiamata più semplicemente “giardinetta”.
Fiat 600 Viotti: dal convento al restauro

Una curiosità affascinante sulla 600 Viotti: la vettura del museo era al servizio di un convento di suore, fatto inconsueto per una fuoriserie dalle forme esuberanti, sebbene sfiorite da tempo. Tetto apribile, abilità buona, ma niente spazio per i bagagli.
L’ultima proprietaria era stata una religiosa, suor Antonietta. Probabilmente non fu nemmeno un acquisto ma una donazione.
Quando poi esaurì anche le sue ultime energie, finì da una sfasciacarrozze, dove la trovò Luciano Nicolis.

Per liberarla dal velo… di ruggine, il collezionista non ha badato a spese. Un destino insolito per un’auto dalle linee eleganti e dal carattere esuberante, che oggi rivive grazie alla passione e all’impegno del Museo Nicolis.
Silvia Nicolis, presidente del Museo Nicolis ha dichiarato: “È un privilegio poter testimoniare la storia del nostro Paese attraverso automobili iconiche.
Sono oggetti che raccontano storie, parlano della nostra industria e delle abilità italiane, che ancora oggi ispirano designer e giovani generazioni alla scoperta della bellezza del made in Italy.”
Il Museo Nicolis e la sua storia

Con questa partecipazione, il Museo Nicolis riafferma il suo impegno nella valorizzazione del patrimonio automobilistico italiano, ricordando che ogni vettura custodisce un pezzo di storia, fatta di innovazione, passione e talento.
Il Museo di Verona tra le più emozionanti e suggestive esposizioni private nel panorama internazionale, narra la storia della tecnologia e del design del XX secolo. Ha ricevuto numerosi premi a livello internazionale, fra cui Museum of the Year al The Historic Motoring Awards, assegnato da una qualificata giuria internazionale; Ruoteclassiche “Best in Classic – Museo dell’Anno”; e il premio Eccellenza dell’Anno assegnato da ACI Storico. La nascita del Museo si deve alla grande passione di Luciano Nicolis.

La storia di una vita, quella di Luciano Nicolis, che ha trovato la sua collocazione in uno spazio espositivo di 6000 mq nel duemila, anno della sua inaugurazione.
I suoi capolavori sono stati suddivisi in dieci diverse collezioni con l’obiettivo di costruire un percorso organico, professionalmente qualificato e strutturato per soddisfare il visitatore più esigente.
Un percorso nella storia del Novecento fra storie, stili di vita, sport e miti nei diversi periodi storici. Non è un caso che il Museo Nicolis rappresenti un “unicum” nel suo genere e venga indicato come emblematico della moderna cultura d’impresa.
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