Di mouse da viaggio ne abbiamo provati parecchi. Alcuni promettevano “mari e monti”, salvo poi rivelarsi ingombranti quanto un power bank d’antan. Altri erano così minimalisti da risultare inutilizzabili dopo dieci minuti. E poi c’è sempre quel ricevitore USB minuscolo che sparisce nel nulla cosmico della borsa, probabilmente in un buco nero dimensionale dove finiscono anche i calzini spaiati e tutto quello che, in viaggio, è facile perdere.
Quando il mouse si piega (e non è un difetto)
Trust, brand olandese che da anni produce accessori digitali senza troppi fronzoli, ha deciso di affrontare il problema con un approccio pragmatico: Zylo, un mouse wireless che si piega su se stesso come un origami tecnologico.
Una volta ripiegato, Zylo misura meno di un portafoglio. Non è una metafora: lo infili davvero nella tasca posteriore dei jeans e non te ne accorgi.
Per chi viaggia leggero o lavora in co-working saltando da una città all’altra, è quella differenza che fa la differenza tra portare o lasciare a casa un accessorio. Il bello è il gesto: scorri, si chiude, si spegne. Lo riapri, si accende. Niente pulsanti nascosti, niente combinazioni da hacker. È quel tipo di design intuitivo che ti fa pensare “ma come mai nessuno l’aveva fatto prima così?”.
L’incubo del ricevitore perduto (risolto)
Parliamoci chiaro: quanti ricevitori USB avete perso nella vostra carriera di viaggiatori? Quello di Zylo si aggancia magneticamente dentro al mouse. Non è geniale, è semplicemente sensato. Quando richiudi il mouse, il ricevitore sta lì, al sicuro, pronto per il prossimo utilizzo.
E visto che parliamo di un connettore USB-C (non il vecchio USB-A che ormai serve solo per ricordarci quanto siamo invecchiati), si integra perfettamente con i laptop moderni. Connessione wireless a 2,4 GHz, stabile, immediata, senza balletti di accoppiamento Bluetooth che spesso fanno solo perdere tempo.
Ottima autonomia
Cinque mesi di autonomia con una singola carica. Non stiamo parlando di “uso moderato in condizioni di laboratorio”, ma di utilizzo reale. Ovvio, se lavorate dodici ore al giorno facendo editing video muovendo il cursore come un forsennato, forse durerà un po’ meno. Ma per il 99% degli utilizzi nomadici – email, scrittura, navigazione, qualche foglio di calcolo – arrivate tranquillamente a metà anno.
La ricarica avviene attraverso il cavo USB-C incluso, e non serve un caricatore dedicato: basta collegarlo al laptop durante la pausa pranzo ed è già pronto per ripartire.
Ma si lavora bene, alla fine?
Perché un mouse può essere piccolo quanto volete, ma se dopo un’ora avete il polso indolenzito e i clic sembrano quelli di una tastiera anni ’80, non serve a nulla.
Zylo si difende bene. Non aspettatevi il comfort di un mouse ergonomico da gaming, chiariamolo subito. Ma la superficie ha una forma studiata, i clic sono precisi e reattivi, e il sensore risponde senza lag fastidiosi.
È ideale per sessioni di lavoro di qualche ora – il tempo di un pomeriggio in biblioteca, una mattinata al café, un volo intercontinentale dove avete deciso (masochisticamente) di lavorare. Per sessioni più lunghe, magari in un co-working dove state sistemati per qualche settimana, probabilmente vorrete qualcosa di più ergonomico. Ma come mouse di backup o soluzione principale per chi viaggia, fa egregiamente il suo lavoro.
Il prezzo della libertà (portabile)
Zylo costa 29,99 euro. Non è il mouse più economico sul mercato, ma nemmeno una follia. Considerando il design pieghevole, la batteria ricaricabile integrata, il ricevitore magnetico e l’autonomia monstre, il rapporto qualità-prezzo è onesto.
È disponibile sul sito Trust e presso i rivenditori autorizzati. Niente colorazioni hippie o edizioni speciali: un design sobrio, funzionale, che non urla “guardatemi” ma semplicemente fa il suo mestiere.
Verdetto
Zylo non rivoluzionerà il vostro modo di viaggiare, ma potrebbe rendere più sopportabili quelle ore passate a lavorare da luoghi che non sono casa vostra. È uno di quegli accessori che, una volta provati, si fatica a lasciare a casa. E in tasca, ci sta davvero.
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