Vino, gastronomia, tradizioni popolari hanno riempito i fine settimana di settembre nella provincia astigiana tra Canelli e Asti. L’Italia ha mete turistiche molto appetitose, specie per i turisti stranieri. Mete che offrono al visitatore luoghi da ammirare ed esperienze da vivere. Asti nella prima metà del mese si è trasformata nella capitale del vino. Una curiosità che abbiamo voluto vivere in prima persona. Il 7 settembre siamo partiti da Milano diretti in quel fantastico territorio denominato Langhe Roero Monferrato, situato nelle provincie di Cuneo e Asti. I paesaggi delle Langhe-Roero e Monferrato il 22 giugno 2014 a Doha, in Qatar, sono stati inseriti tra i siti culturali Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Il Roero è un’area turistica ed enologica del Piemonte che comprende 24 comuni. Le colline pettinate da vigneti, boschi, noccioleti si trovano di fronte alle Langhe, nella parte sinistra della Valle del Tanaro. A destra del corso del fiume Tanaro, nella discesa dalle Alpi Liguri verso il Po, ci sono invece le Langhe.
Canelli città del vino
La nostra prima tappa del tour è Canelli. Comune di circa 10.500 abitanti che con Nizza Monferrato è il secondo centro più importante della provincia di Asti. Siamo nella terra del moscato bianco di Canelli e della Barbera. “Il vitigno Barbera, presente già nel 1200, copre il 35 per cento delle colline piemontesi” dice Luigi Coppo, quarta generazione delle storiche Cantine Coppo di Canelli. Fondate nel 1892, da Piero Coppo. Mentre ci accompagna nella visita alla sua cattedrale sotterranea ci racconta della Cantina e della sua famiglia.
Nel 1948, al fondatore, subentra il figlio Luigi, nonno del nostro accompagnatore. Sono momenti difficili ma grazie alla sua tenacia le cantine vengono modernizzate con tecnologie innovative per quei tempi. “La vera svolta nella produzione avviene tra gli anni ’70 e ’80 quando le redini dell’azienda passano nelle mani dei fratelli Piero, Gianni, Paolo e Roberto”, spiega Luigi Coppo. “I quattro fratelli, ispirandosi ai grandi vini francesi importati dal padre, imprimono il loro stile personale nella produzione degli spumanti Metodo Classico e dello Chardonnay. L’obiettivo è creare vini bianchi capaci di grande complessità e longevità”. Non trascurarono neppure il Barbera, facendolo diventare un vitigno diffuso in tutto il Piemonte. “Il 1984 segna la prima vendemmia di quello che sarà destinato a diventare il vino simbolo dell’azienda, un riferimento assoluto nel panorama di questa tipologia: la Barbera d’Asti Pomorosso, affiancato, l’anno successivo, dal Camp du Rouss”, ha concluso Luigi.
Cattedrali sotterranee nella lista dei patrimoni Unesco
Le Cattedrali Sotterranee entrate nella Lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco, in quanto parte integrante della città di Canelli, sono quattro: Cantine Coppo, Cantine Contratto, Cantine Gancia, Cantine Bosca. Le caratteristiche gallerie sotterranee, insieme ad altre costruzioni denominate Infernot, risalgono al XIII secolo. Scavate nel tufo delle colline vengono rimaneggiate e ingrandite nel corso del 1800 e del 1900 fino alle ristrutturazioni e alle sistemazioni moderne. Le Cattedrali Sotterranee scendono fino a una profondità di 32/40 metri nel sottosuolo canellese attraversando la collina e l’intera città per oltre 20 chilometri.
Perché Cattedrali sotterranee
Il nome di cattedrali viene attribuito per l’atmosfera ricca di silenzio solenne che c’è. Richiama infatti quello contemplativo delle grandi cattedrali religiose, oltre che per la loro spettacolare bellezza e unicità. Capolavori di ingegneria realizzati affinché temperature e umidità costanti possano custodire uno dei beni più preziosi di queste terre di Piemonte, il vino. Questi luoghi sotterranei infatti sono i posti ideali per affinare vini e spumanti pregiati che qui maturano in attesa di conquistare le tavole di tutto il mondo e farsi assaporare da palati che sanno apprezzare il buon vino.
Nelle cantine Bosca e Gancia, è nato il primo spumante italiano nel 1865 e qui ancora oggi, in celle con volte di mattoni a vista risalenti all’800, migliaia di bottiglie di pregiato vino trovano riparo e vengono lasciate fermentare alla temperatura costante di 12-14 gradi.
Alla scoperta di Canelli e cena al castello
Per concludere il pomeriggio visitiamo Canelli, avventurandoci anche nella via degli innamorati. Percorso in salita non proprio agevole, dopo una eloquente degustazione. Pero una volta in cima si può ammirare il panorama della città con i sui tetti di coppi rossi, i campanili e le colline.
Continuiamo in direzione di Calosso e lungo le colline del moscato per giungere a Moasca, piccolo borgo nel cuore del Monferrato. Ci fermiamo per la cena al ristorante “Tra La Terra e Il Cielo”. Un suggestivo locale in un Castello del trecento con le sue imponenti torri e una vista dalla terrazza sulle colline.
Asti e il Festival delle Sagre
La città di Asti dal 6 al 15 settembre si è trasformata nella capitale del vino, con bianchi e rossi provenienti da tutta Italia. Nel centro storico si sono svolti il 53° Salone nazionale di vini selezionati “Douja d’Or” e il 46° Festival delle Sagre. Il primo è una delle più prestigiose fiere-mercato del vino italiano. Presentate 268 etichette selezionate di vini Doc, Docg, e Igp di 164 aziende italiane.
Di grande interesse turistico e gastronomico invece il Festival delle Sagre. Domenica 8 settembre si è cominciati con la tradizionale sfilata storica nelle vie cittadine. Ben tremila figuranti in costume d’epoca a piedi, sui carri trainati da buoi e da trattori hanno riproposto, attraverso quadri viventi a tema, momenti di vita vera degli anni ’20 e ’30 del secolo scorso. Raffigurate le stagioni con i lavori nei campi, i mestieri, le auto d’epoca, le professioni, la vita quotidiana in famiglia. Quadri di vita come in un museo della civiltà contadina.
In piazza del Campo i piatti della tradizione astigiana e piemontese
Nella centrale piazza del Campo di Asti, 41 Pro Loco hanno costruito altrettante casette dove cucinare le specialità della tradizione astigiana e piemontese. Tutti piatti particolari in una sorta di parata. Ogni Pro Loco ha proposto due portate della propria terra, accompagnato dai vini piemontesi Docg.
Ognuno del nostro gruppo ha scelto piatti diversi. Io ho degustato i piatti di Isola d’Asti : Baciuà (soffice zampino di maiale lessato, posto sotto aceto aromatizzato, impanato e fritto in padella) con brodetto e frittura di lumache con Barbera d’Asti. Poi ho fatto il bis alla casetta n. 11 di Cortazzone dove mi hanno servito Tagliatelle all’uovo con tartufo, focaccia di mele e Fresia d’Asti 2018.
Un appunto non trascurabile. L’organizzazione è stata perfetta da ogni punto di vista. La manifestazione ha registrato una enorme partecipazione di pubblico di tutte le età.
Info: www.astiturismo.it
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