Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Il Blues della Calabria

Incontriamo Antonio Martino alias Migaso. È nato e vive in Francia ma ha la Calabria nel sangue e nel cuore. Con il gruppo parigino “I Briganti”, firma “Luminescenza”, un album rock che fa da colonna sonora a un viaggio verso se stessi, perché ogni cambiamento inizia da noi

Migaso
Migaso

Tra Francia e Italia c’è sempre stata una certa rivalità. Non lo possiamo negare. A farci far pace con i nostri cugini d’oltralpe ci pensa Migaso che, insieme al gruppo parigino I Briganti, ovvero il bassista Nicolas Borg, il batterista Benjamin Corbeil e il tastierista Matthieu Lesenechal, nel suo ultimo album Luminescenza si fa mediatore della lingua italiana nella terra di Jean-Jacques Rousseau.

Figlio di emigranti, di origini italiane, Migaso, all’anagrafe Antonio Martino, si distingue nel panorama musicale per il fatto di vivere in Francia e suonare  quello che lui stesso definisce blues calabrese. Cresciuto a suon di Buonanotte Cosenza o Laminare, i suoi brani traggono ispirazione dai canti popolari del Sud Italia, che ha conosciuto da piccolo quando, finita la scuola, con la famiglia tornava a Grisolia, in Calabria. Testi che oggi, nel suo ultimo lavoro, ha scelto di interpretare in lingua italiana facendo così coesistere la sua lingua nativa col rock. Impresa impossibile ai più, ma non a lui. Basta, infatti, ascoltare Il brigante, riadattamento in chiave rock di un antico canto popolare siciliano, per capire che rimanere legato alle tradizioni e alla propria cultura alla fine paga, anche quando si vive in terra straniera.

 

Una band nata in Francia che pubblica un album rock in lingua italiana. Solo voi potevate tanto!

Eh, già…

 

La luminescenza in natura si manifesta come reazione a input dall’ambiente. Quali sono gli stimoli e le situazioni esterne a cui hai sentito di dover rispondere con quest’album? 

Un po’ come una psicoterapia, sentivo il bisogno di esternare le mie emozioni e soprattutto di materializzare tutte le melodie e le idee che mi giravano in testa. Un vero e proprio bisogno fisico e psicologico.

LEGGI ANCHE  Il colore di Cuno Amiet. Mostra a Mendrisio
La copertina dell'album
La copertina dell’album “Luminescenza”

Tu dici che per raccontare una bella storia devi aver viaggiato o almeno incontrato qualcuno d’interessante. In questi quattro anni, che sono passati tra il primo e il secondo album, quali viaggi e persone ti hanno ispirato “Luminescenza”?

Non potrei raccontarvi tutto nel dettaglio in questa intervista ma a grandi linee direi le mie storie d’amore, la mia lotta quotidiana contro questo sistema ormai scaduto per la mia, anzi la nostra libertà di espressione e di essere, i miei viaggi spirituali per la mia crescita interiore, lo studio del simbolismo e dell’alchimia, i miei incontri con altri musicisti e il mio percorso artistico e intimo.

 

Perché hai scelto di scrivere e registrare quest’album in una sala interrata?

Ho scelto questo luogo e metodo perché quest’album si doveva contraddistinguere ed essere in equazione con il messaggio che trasmette: V I T R I O L  ovvero Visita Interiora Terrae Rectificandoque Invenies Occultum Lapidem. Un’introspezione dell’anticamera di me stesso, lontano da questo sistema corrotto e che ti logora il cervello con tutti i suoi pregiudizi, per farne uscire quello che c’è di più luminescente. Ma quest’album è solo un passo avanti nello schema della mia evoluzione artistica…

 

Ai nostri lettori cosa consigliereste di vedere a Montorgueil, quartiere di Parigi?

La pasticceria di STROHER ^^  fa i migliori dolci di Parigi! Che fame, no? E la Cathédrale de Saint Eustache.

 

Migaso, ci puoi spiegare cos’intendi con l’espressione blues della Calabria?

Il Blues della Calabria nella mia visione corrisponde a quel lupo delle montagne della Sila che ulula la sua sofferenza nel periodo di Luna piena. È il canto dell’immigrato calabrese che lascia la sua cara terra in cerca di lavoro. Un po’ la storia dell’umanità, uomini che viaggiano in cerca di un posto nel quale vivere degnamente con i loro pari e familiari.

LEGGI ANCHE  Da Rimini a Montecarlo per un Capodanno a tutta musica

 

A quale viaggio Luminiscenza si addice a fare da colonna sonora?

Al viaggio dell’apertura di mente e della presa di coscienza di se stesso come individuo e come persona. Al viaggio verso la luce, verso se stesso, perché ogni cambiamento inizia innanzitutto da se stesso…

La magia dell'aurora boreale, il viaggio dei sogni
La magia dell’aurora boreale, il viaggio dei sogni

Nella tua valigia non manca mai?

Mi piace partire all’avventura con il minimo indispensabile ;-). Mio padre mi ripete sempre: “A saluta e nu pari i scarpi novi… Puoi girà tutt’u munnu !”

 

Sei nato in Francia, ma sei di origini italiane. Cosa ti porti dentro di questi due Paesi?

Questa domanda mi piace molto. Essere un ibrido mi ha permesso di mescolare queste due culture. E’ stato per me un bellissimo regalo che mi ha fatto il destino e che mi ha permesso di crescere spiritualmente. Dall’Italia mi porto sempre dentro l’affetto, i rapporti umani molto calorosi, la gastronomia generosa, l’accoglienza calabrese, la Juventus e la nazionale italiana, la diversità che esiste tra tutte le regioni, Garibaldi, le serenate, la famiglia e gli amici… Diciamo per riassumere: il Cuore… Invece grazie alla Francia, paese della letteratura dei lumi, ho imparato molto dalla diversità culturale di tutte le nazionalità che si possono incontrare oggi a Parigi, ma anche l’apertura della mente e i principi fondamentali di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza. L’accesso alla cultura in Francia è incomparabile e ogni individuo è trattato con rispetto, alla pari di qualsiasi altro (almeno in teoria).

 

Un viaggio che non scorderai mai e quello che vorresti fare. 

Un viaggio che non scorderò mai è quello che ho fatto assieme a mio padre quando nell’estate dei miei venti anni finimmo di lavorare a Parigi e tornammo nel nostro paesino a Grisolia, in provincia di Cosenza, per le ferie estive. Avevamo una Peugeot 406 Station wagon e ci fermavamo solo per fare il pieno di carburante. 2000 km, 18 ore di guida. Vi lascio immaginare il pannello di emozioni che si possono vivere in questo tipo di viaggio. Riguardo al prossimo viaggio, mi piacerebbe molto andare in Islanda, grandissimi spazi diversi e colorati dispersi nella natura nella quale la mano dell’uomo non ha ancora distrutto niente. E in quel contesto vorrei potere avere la fortuna di assistere a un’ aurora boreale…

LEGGI ANCHE  Alla Bocconi il concerto Blues for Haiti

 

A chi sogna come Migaso di vedere un’aurora boreale, ma non ha tempo o risorse per partire per l’Islanda, consigliamo di ascoltare Preludio, un brano strumentale perfetto per viaggiare con la mente.

(07/11/2013)

Condividi sui social: