C’era una volta il turista che arrivava a Rimini con la guida cartacea sotto il braccio, faceva la fila alla biglietteria e si perdeva tra orari di apertura e chiusure improvvise. Ebbene, quella volta è ufficialmente finita.
La capitale turistica della Riviera romagnola ha infatti lanciato negli scorsi giorni Rimini Pass, una city card completamente digitale che promette di rivoluzionare il modo di vivere la destinazione sull’Adriatico.
Un pass, mille scoperte

Il concetto non è nuovo – le city card spopolano da anni nelle principali capitali europee – ma l’approccio di Rimini ha qualcosa di diverso. Intanto, abbatte i confini amministrativi: con un solo pass potete entrare nella Domus del Chirurgo di Rimini, salire alla Rocca Malatestiana di Verucchio, perdervi nelle Grotte di Santarcangelo e arrivare fino alla spettacolare Fortezza di San Leo.
Dieci siti culturali in totale, più sconti in otto attrazioni che spaziano da Mirabilandia alle Grotte di Onferno.
Prezzi e praticità

I costi sono ragionevoli: 29,90€ per 24 ore (19,90 per i ragazzi dagli 8 ai 17 anni), 44,90€ per tre giorni e 59,90€ per una settimana. Il tutto è gestibile per mezzo dell’app multilingue (italiano, inglese, spagnolo, francese e tedesco) scaricabile da Play Store o App Store.
Come lecito attendere è presente anche l’integrazione con i trasporti pubblici: il pass include l’accesso al servizio di metropolitana costiera Metromare e agli altri bus di linea di Start Romagna. Niente più caccia al parcheggio o code al casello dell’autostrada per spostarsi tra le attrazioni. Un QR code nell’app e siete a bordo.
Il verdetto
Il Rimini Pass è un’idea intelligente che arriva al momento più o meno giusto (va detto, lanciare il pass a metà luglio, quando la stagione è già nel vivo, non è proprio il massimo del tempismo). Ma meglio tardi che mai. In un’epoca in cui i turisti pretendono esperienze personalizzate e tecnologia semplice, questa city card offre entrambe. Il valore aggiunto sta nell’approccio territoriale integrato: finalmente costa ed entroterra dialogano in un’unica proposta.
Certo, servirà tempo per rodare il sistema e convincere i turisti a lasciare l’ombrellone per esplorare le rocche malatestiane. Ma l’idea di base è solida: trasformare una vacanza balneare in un’esperienza culturale completa.
E se il pass riuscirà davvero a far scoprire ai turisti che la Romagna non è solo piadina e Riviera, avrà già vinto la sua scommessa.
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