
Venezia porta in mostra “Mani-Fattura: le ceramiche di Lucio Fontana”.
Per la prima volta un’esposizione museale si concentra esclusivamente sulla produzione in ceramica, del pittore, ceramista e scultore Lucio Fontana, offrendo una lettura nuova e coinvolgente della poetica dell’artista.
La mostra è visitabile presso la Peggy Guggenheim Collection dall’11 ottobre 2025 al 2 marzo 2026.
Lo Spazialismo e Lucio Fontana

Le tele tagliate a regola d’arte, lo Spazialismo come movimento artistico del XX secolo e l’arte concettuale che ne deriva, hanno spesso incuriosito appassionati e storici dell’arte del dopoguerra e del boom economico degli anni Sessanta. Uno dei maggiori interpreti di questi tagli, eseguiti con una precisione tale da impedirne la deformazione è stato Lucio Fontana, figlio d’arte.
Nato in Argentina da genitori italiani (padre scultore), studiò in Italia fino a diplomarsi in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove iniziò a maturare quel linguaggio personale che lo avrebbe portato a superare i confini della tradizione e a dar vita allo Spazialismo.
Mani-Fattura: le ceramiche di Lucio Fontana

A ricordare le sue origini e i suoi viaggi tra Argentina e Italia, ci viene in aiuto una mostra singolare dedicata al periodo delle sculture in ceramica. Un percorso che si intreccia con la Peggy Guggenheim Collection, dove le opere dialogano con il contesto internazionale dell’avanguardia del Novecento.
Per la prima volta un’esposizione museale si concentra esclusivamente sulla sua produzione in ceramica. La mostra è a cura della storica dell’arte Sharon Hecker. L’iniziativa si propone di far luce su un intero universo creativo spesso messo in secondo piano rispetto alle celebri tele tagliate o ai fori spaziali che hanno consacrato Fontana sulla scena internazionale.
Settanta opere in mostra

L’esposizione è costituita da circa settanta opere in ceramica, molte delle quali mai presentate al pubblico prima d’ora. Provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, questi lavori raccontano un viaggio artistico lungo decenni. Il percorso inizia negli anni Venti in Argentina e prosegue tra Italia e Sud America, attraversando periodi storici complessi come il fascismo, la guerra e la ricostruzione postbellica.
L’artista ama la sperimentazione, sia nell’uso dei materiali sia nella ricerca di nuove idee. Fontana considera la ceramica uno strumento vivo e plasmabile, attraverso cui dare forma in chiave moderna.
Il percorso espositivo pone l’accento sulla sua capacità di passare da una materia all’altra con estro e creatività, mostrando come la ceramica diventi un linguaggio autonomo, capace di stupire al pari delle sue opere più celebri.
Tra le collaborazioni fondamentali nella sua attività ceramica spiccano figure come Tullio d’Albisola, poeta e ceramista, e la storica manifattura Mazzotti di Albisola, simboli di un ambiente culturale vivace e all’avanguardia.
Avvicinare il pubblico al linguaggio visivo

La mostra è accompagnata da un catalogo illustrato, pubblicato da Marsilio Arte, che include nuovi saggi critici della curatrice Hecker e di Raffaele Bedarida, Luca Bochicchio, Elena Dellapiana, Aja Martin, Paolo Scrivano, Yasuko Tsuchikane, focalizzati sulla ceramica di Fontana e sulle sue relazioni con il contesto storico, sociale e culturale.
In parallelo, è previsto un ricco programma di eventi gratuiti pensato per avvicinare il pubblico al linguaggio visivo e alla pratica di Fontana, grazie al sostegno della Fondazione Araldi Guinetti di Vaduz.
Informazioni: www.guggenheim-venice.it/
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