
Quando ho ricevuto l’invito a partecipare all’inaugurazione, il 13 dicembre, della mostra “Ricordi di viaggio. Dipinti dal Giappone al Castello di Agliè”, non ho esitato un istante: ho confermato subito la mia presenza.
Ci tenevo moltissimo a essere lì, per il profondo legame che mi unisce ad Agliè (TO) e alla sua residenza sabauda, che molti ricordano come location della celebre fiction Elisa di Rivombrosa. L’intera giornata è stata per me un susseguirsi di emozioni e commozione.
Un viaggio che riporta indietro nel tempo

Durante il tragitto da Milano verso la città natale di Guido Gozzano, amico peraltro del mio nonno paterno, mi sono riaffiorati i ricordi delle visite con i miei genitori: allora si partiva da Alessandria, e quel viaggio era un momento tutto nostro.
La giornata, dal punto di vista climatico, sembrava la stessa di quei tempi: luminosa, soleggiata e neppure troppo fredda, con un cielo così limpido da permettere di vedere nitidamente le montagne.
Proprio come quando, nella penultima settimana prima del cambio dell’ora, partivamo per andare a trovare i parenti e i nostri cari al cimitero: una tradizione semplice, ma colma di affetto. Lungo l’autostrada, il grande masso che annuncia il lago di Viverone era ancora lì. Mio papà diceva sempre che, quando lo vedevamo, “eravamo quasi arrivati”. Luoghi che restano, che sembrano aspettarci, e che custodiscono pezzi di vita e di memoria.
L’arrivo: il Castello come custode delle radici

Una volta giunta a destinazione, eccolo: il Castello di Agliè. Per anni è stato il set naturale delle nostre foto ricordo, una tradizione che si rinnovava ad ogni visita.
Non si contano poi le volte in cui l’abbiamo visitato. Ricordo in particolare un episodio che mia mamma mi ha raccontato più volte: quando, da fidanzata mostrando il gioiello, che nel 1877 il Duca d’Aosta donò in segno di riconoscimento al mio bisnonno paterno, le aprirono anche la porta della camera da letto.
Un privilegio raro, un gesto che lei ha sempre conservato nel cuore e che mi ha trasmesso nel tempo. Anche per questo Agliè, per me, è molto più di un luogo: è un pezzo della mia storia, delle mie radici.
La mostra e le voci dei relatori

Ben presto mi sono resa conto che l’emozione che stavo vivendo non apparteneva solo a me. L’ho ritrovata negli sguardi e nelle parole dei relatori, che si sono susseguiti durante la presentazione dell’allestimento dei 21 dipinti giapponesi ottocenteschi, provenienti dalla collezione del duca Tomaso di Savoia-Genova e acquistati in Giappone durante il viaggio al comando della corvetta Vettor Pisani (1879-1881), oggetto di un importante intervento di restauro e oggi riportati alla loro intensità originaria e in bella mostra al Castello di Agliè.
Alessandra Gallo Orsi, Direttrice del Castello, ha parlato con la voce rotta dall’emozione. Ha raccontato come le due nuove sale abbiano “cambiato faccia”, sottolineando la forza del lavoro di squadra con Università, Politecnico, Venaria Reale e Centro di Conservazione.
“Mi commuovo persino, perché trovo che sia un risultato incredibile. E trovo così bello che non sia un mio risultato personale, ma di gruppo”.
Alfonso Frugis, Presidente della Fondazione CCR “La Venaria Reale”, ha ringraziato chi ha lavorato al progetto e ha allargato lo sguardo, portando idealmente il pubblico in un viaggio lontano: il Giappone del kakemono, un Giappone spirituale e domestico, intimo, autentico, ben diverso dalle narrazioni altisonanti legate a re e regine.
Ha raccontato come questi dipinti, appesi nelle case per dare armonia e meditazione, fossero anche indicatori del rango sociale delle famiglie. Un Giappone vivo, silenzioso, contemplativo.

Laura Gallo, dello staff delle Collezioni storico-artistiche del Castello, ha raccontato la storia della collezione extraeuropea portata dal duca Tomaso di Savoia-Genova durante i suoi viaggi. Ha spiegato come i kakemono, rimasti invisibili per anni, avessero bisogno di restauri profondi per tornare a vivere.
La scelta poi delle sale dove esporli non è stata casuale: anticamera e sala cinese condividono storia, soffitti, linguaggio decorativo.
Oggi kakemono e armature da samurai del XVII secolo giunte ad Agliè tramite la medesima spedizione dialogano di nuovo tra loro, dopo un lungo viaggio, come se fossero tornati a casa.
La residenza Sabauda una casa diventata museo
Prima di accompagnarci nella visita, la Direttrice ha ricordato che la residenza sabauda è sì un museo, ma è prima di tutto una casa, un luogo vissuto. Ha sottolineato la sfida costante di trovare il giusto equilibrio nel raccontarla, mantenendo un linguaggio chiaro e accessibile a tutti.
Un obiettivo pienamente raggiunto grazie alla rinnovata Sala Nuova, adiacente alla biglietteria: nell’Ottocento era destinata alle funzioni amministrative come Sala dell’Intendenza, mentre oggi è stata ripensata come spazio introduttivo al percorso museale.
Il progetto comprende un nuovo impianto di illuminazione, pannelli grafici che presentano una linea del tempo dedicata agli snodi fondamentali della storia del Castello, una residenza con più di 300 stanze riccamente arredate, ognuna delle quali racconta un capitolo che spazia dalle origini più antiche fino ai Duchi di Genova, e del suo Parco monumentale.
A completare l’allestimento, un modello tattile tridimensionale dell’edificio che facilita l’orientamento dei visitatori, rendendo il racconto del patrimonio ancora più inclusivo. Una storia lunga secoli, ora finalmente narrata in modo che tutti possano comprenderla. La Sala Nuova conserva ancora oggi la volta originaria, il camino e una porta storica: elementi autentici dell’Ottocento, che il nuovo allestimento valorizza con grande rispetto e sensibilità, restituendo allo spazio la sua identità storica pur nell’aggiornamento museografico contemporaneo.
L’allestimento: dipinti, armature, vasi

La mostra “Ricordi di viaggio. Dipinti dal Giappone al Castello di Agliè” presenta un nucleo raro di 19 acquerelli e inchiostri su carta e due Kakemono su seta, che raffigurano scene vivaci e immaginifiche: rane musicanti, corvi, cortigiane con il parasole, donne allo specchio, figure sospese su mongolfiere e soggetti naturali come bambù, orchidee e canne.
La maggior parte dei dipinti porta la firma del celebre artista giapponese Kawanabe Kyōsai (1831-1889), maestro della satira e delle caricature, noto per il tratto rapido, leggero e spesso dissacrante. Alcuni lavori sono gassaku, opere realizzate a quattro mani durante i conviviali artistici seki-ga.

Il loro restauro è stato curato dalla Fondazione Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, con il sostegno della Fondazione CRT e del Ministero della Cultura.
Un restauro che ha restituito leggibilità e stabilità a opere rimaste per lungo tempo conservate arrotolate, già documentate nell’inventario del 1908, quando una parte del Castello era nota come “Galleria detta del Giappone”.

Accanto ai dipinti 28 vasi giapponesi da giardino in ceramica blu e bianca, acquistati a Yokohama nel 1880: antichi contenitori per bonsai, decorati con elementi geometrici e figurativi modellati secondo la tecnica haritsuke.
Le superfici dei vasi, spesso tridimensionali, rappresentano gru, passeri, motivi floreali e paesaggi. Figure che vengono esaltate esaltate dall’intenso smalto blu (ruri).
Un ritorno che diventa gratitudine
Terminata la visita, ho sentito qualcosa muoversi dentro di me. Non era solo la bellezza dei kakemono, né l’emozione della mostra. Era il sentirsi parte di una continuità: mani che creano, occhi che custodiscono, persone che proteggono questi luoghi come un bene prezioso. E in quella continuità c’era anche la mia storia. Tutto era tornato, come se il tempo non fosse passato.
Agliè mi ha accolto ancora una volta come fa una casa: senza chiedere nulla, ma restituendo tutto. E ho capito che la memoria non è mai ferma: continua a muoversi, trasformarsi, farsi dono. Sono uscita dal Castello con la certezza che ci sono luoghi che non smettono mai di parlarci, perché custodiscono la parte più viva di noi. E Agliè, per me, sarà sempre uno di questi luoghi.
Info: turismotorino.org/it/ricordi-di-viaggio-dipinti-dal-giappone
Leggi anche:






