“Genesi. Fotografie di Sebastião Salgado” è l’attesissima mostra del maestro brasiliano della fotografia. A cura di Lélia Wanick Salgado, Genesi sarà presentata in prima mondiale a Roma al Museo dell’Ara Pacis dal 15 maggio al 15 settembre e si svolgerà in contemporanea con altre grandi capitali (Londra, Rio De Janeiro e Toronto). Da queste città proseguirà il suo cammino attraverso altre tappe che la porteranno a raggiungere tutte le maggiori metropoli del mondo. Genesi è l’ultimo grande lavoro di Sebastião Salgado, il più importante fotografo documentario del nostro tempo: uno sguardo appassionato che sottolinea la necessità di salvaguardare il nostro pianeta, di cambiare il nostro stile di vita per cercare di conquistare una nuova armonia. In mostra oltre 200 fotografie: dalle foreste tropicali dell’Amazzonia, del Congo, dell’Indonesia e della Nuova Guinea ai ghiacciai dell’Antartide, dalla taiga dell’Alaska ai deserti dell’America e dell’Africa fino ad arrivare alle montagne dell’America, del Cile e della Siberia.
La sinfonia perfetta della Natura
Salgado ha realizzato le fotografie che saranno esposte all’Ara Pacis andando alla ricerca di quelle parti del mondo ancora incontaminate, di quei segmenti di vita ancora intatta, in cui il nostro pianeta appare ancora nella sua grandiosa bellezza e dove gli elementi, la terra, la flora, gli animali e l’uomo, vivono in un’armonia miracolosa, come in una perfetta sinfonia della natura. La mostra è suddivisa in cinque sezioni che ricalcano le zone geografiche in cui Salgado ha realizzato le fotografie: Il Pianeta Sud, I Santuari della Natura, l’Africa, Il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl.
Genesi, ritorno alla purezza
Sono proprio le parole di Sebastião Salgado a descrivere il suo progetto: “Personalmente vedo questo progetto come un percorso potenziale verso la riscoperta del ruolo dell’uomo in natura. L’ho chiamato Genesi perché, per quanto possibile, desidero tornare alle origini del pianeta: all’aria, all’acqua e al fuoco da cui è scaturita la vita; alle specie animali che hanno resistito all’addomesticamento; alle remote tribù dagli stili di vita cosiddetti primitivi e ancora incontaminati; agli esempi esistenti di forme primigenie di insediamenti e organizzazione umane. Nonostante tutti i danni già causati all’ambiente, in queste zone si può ancora trovare un mondo di purezza, perfino d’innocenza. Con il mio lavoro intendo testimoniare com’era la natura senza uomini e donne, e come l’umanità e la natura per lungo tempo siano coesistite in quello che oggi definiamo equilibrio ambientale”. Appuntamento allora a Roma, a maggio.
(27/03/2013)
Info: www.arapacis.it
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