La mongolia è considerata il Paese dei pascoli infiniti che sta portando alla luce i suoi tesori: non i bottini di Gengis Khan a lungo cercati da archeologi e predatori, ma il patrimonio inestimabile delle miniere. Tre milioni di mongoli si ritrovano a proiettati nell’avventura della globalizzazione grazie proprio alle loro miniere.
Il racconto di Irene Cabiati scorre sulla linea di confine fra passato e modernità, fra tradizioni e speranze. Nel 2006, l’anno delle celebrazioni di Gengis Khan come fondatore del più vasto impero continentale, l’autrice ha incontrato nomadi, cacciatori e giovani guardiane della preistoria. Oggi la Mongolia è in viaggio verso un futuro sorprendente. Per buona parte della popolazione, ancora legata al passato, non è semplice affrontare un rinnovamento rivoluzionario. Tanti cavalieri della steppa hanno lasciato i pascoli nella speranza di non essere più condizionati dal gelo o dalle minacce ecologiche. Sono andati a lavorare in miniera o a cercare nella capitale Ulaanbaatar un nuovo destino.
Non sempre nella grande città la vita è facile e talvolta diventa inconsolabile la nostalgia per il passato e il senso di scoramento di fronte a facili illusioni.
Mongolia in viaggio presenta il viaggio come il pretesto per leggere la storia di un popolo fiero, seguire le tracce di eroi e avventurieri che nel territorio stretto fra Russia e Cina hanno trovato uno scenario per le proprie ambizioni; ascoltare storie del passato e del presente; riflettere sulla ricchezza e il senso della felicità.