Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Quintana d’Estremadura, tra Romani, Medioevo e Pata Negra

Quintana

Attraverso la Spagna verde (ricca di Intrahistoria) ecco la scoperta di antichi insediamenti Romani, cave di granito, gradevoli incontri umani e, immancabilmente, “assaggi” di bontà gastronomiche locali

Quintana de La Serena, Ciudad del Granito
Quintana de La Serena, Ciudad del Granito

Porgo sentite scuse al lettore. Accade infatti che dopo già abusato dell’ermetismo in un articolo precedente (zompai dalla Intrahistoria di Miguel de Unamuno alla descrizione di una cittadina della provincia spagnola) anche stavolta ricorro alla crittografia ancorché limitata alla sola intestazione. E passo alla decifrazione del titolo mediante una cronaca che spiegherà tutto.

EstremaduraAnche in questa vicenda mi ritrovo nell’Extremadura, per motivi, diciamo, di lavoro (ma niente a che vedere con l’art. 18, ultimamente di gran moda in Italia). Nella bucolica regione spagnola (“ultimo polmone verde d’Europa”) sono stato convocato per valutare se sarà mai possibile (e se sì, come) convincere i viaggiatori italiani (per i turisti, dispero) a visitare una terra che – non possedendo mari od oceani – non può vantare resort deluxe affacciati sul reef né piscinati Villaggi turistici allinclusive dove ti ‘animano’ col Ballo del Quàquà. No, in Extremadura (ahiloro quelli che non ci vengono) si godono ‘solo’ gran bei panorami georgici respirando aria bucolicamente doc (riecco il “polmone verde”) e si ammirano città medioevali e rinascimentali oltre a eccellenti vestigia della Roma imperiale. Il tutto premiato dall’Unesco. Se poi il viaggiatore apparta provvisoriamente la cultura e la contemplazione per dedicarsi ai vizi del palato, anche in questo deprecabile frangente (tale lo ritengono alcuni stolti) l’Extremadura lo soddisfa.

Tracce Romane a Quintana

La fortificazione di Hijovejo
La fortificazione di Hijovejo

Comincia il sopralluogo. Raggiunti da Paco Rivero (extremeño doc nonché Exc.mo Presidente dei giornalisti della regione e quindi mio), con Manuel e il neoamico sindaco si va da Quintana (5000 abitanti, 500 metri sul livello del mare, pertanto inverni freschi ma non come nella vicina comarca chiamata, ‘nomen omen’, La Siberia) al non distante Yacimiento Arqueologico di Hijovejo. Qui giunto mi chiedo se non perdo tempo davanti alle rovine di un modesto (ci stavano solo 8 legionari) anche se interessante (è un Bien de Interès Cultural) fortilizio romano, quando a pochi chilometri posso ammirare le meraviglie della romana Emerita Augusta.

E’ però vero che Merida nacque e si ingrandì (fine II secolo a.c. Roma repubblicana) fino a divenire imperiale grazie a una rete difensiva di recintos-torres di cui questo di Hijovejo costituisce ne La Serena l’esemplare più importante e meglio conservato.

Gemellarsi con Foligno e Ascoli Piceno? Perché no!

Quintana Cantiere di granito
Cantiere di granito

Lasciata Santa Marta, nella quasi portoghese Tierra de Barros, eccomi a Quintana – sempre nella provincia di Badajoz ma più di 100 chilometri a est – nella comarca de La Serena. Ad Almendralejo supero la Ruta o Via de la Plata, un itinerario non celeberrimo come il Camino de Santiago ma per certo interessante. Costruita per i commerci della Roma imperiale (ma stranamente il nome ha origine araba) questa strada ben lastricata e ancor meglio dotata di segnalazioni (alcuni miliarii, posti ogni 1468 metri, sono tuttora visibili) attraversava verticalmente l’Extremadura collegando la Betica-Andalusia con Asturica Augusta oggi Astorga e il Castrum della VI Legio, l’odierna Leòn, nella Hispania romana.

Quintana
Quintana

Un nome fascinoso, Quintana (a cui aggiungere sempre de la Serena, non essendo l’unica nella geografia spagnola) evocante il medioevo, vedi le Giostre (Torneo, Palio) di questo nome celebrate a Foligno e Ascoli Piceno. Ma sembra che la Quintana risalga addirittura all’antica Roma, laddove, alla quinta strada degli accampamenti (la più importante perché divisoria) i legionari si esercitavano in esercizi militari. Quasi quasi, con tutti i gemellaggi inventati tra località del mondo che non hanno nulla da spartire, un hermanamiento tra la località che ne porta il nome e le nostrane città che la Quintana la commemorano, potrebbe anche starci, commento con il giovane Alcalde-sindaco Josè Angel Benitez Nogales. Un’idea che giro a Manuel Leòn, artefice della mia presenza in Extremadura nonché deus ex machina di ‘Magnus Nature’ (attrae i visitatori proponendo gite tra la Naturaleza extremeña) e di ‘Entre Dehesas’ (produce ed esporta ai palati lontani gustosi Productos de la Tierra ).

Granito dell’Estremadura in Europa

Quintana museo del Granito
Quintana il museo del Granito

Riparto soddisfatto per questa visita, se non altro ho rivissuto un altro dei tanti momenti della ‘storia minore’, la a me cara e intrigante Intrahistoria di Unamuno. Osservando i tanti ciclopici massi usati per la costruzione del fortino romano avrei dovuto capire che a Quintana e dintorni la geologia ne ha combinate delle belle. Invece, sbadato, è stato necessario condurmi fino a immense cave per avere certezza che la località che mi ospita può a ragione fregiarsi dell’appellativo Ciudad del Granito vantato da dépliants e siti dell’Ayuntamiento. Non solo, quello di Quintana è un granito doc, appunto il Gris grigio de Quintana, valido sia per le costruzioni che per decorare; è il caso dell’aeroporto di Monaco di Baviera e di molte eleganti strade di Madrid e Barcellona. E intriga vedere come questi enormi dadoni di pietra vengono geometricamente sezionati nel terreno e poi trasportati e segati da sibilanti macchine d’acciaio che li penetrano con affilati marchingegni.

Pata Negra anche a Shanghai

Quantana ... e quello del Jamòn
… e quello del Jamòn

Ma ruit hora e lo stomaco ha i suoi diritti. E a Quintana – pur sapendo che ‘la cultura non si mangia’ – gioisco quando Manuel mi porta al Museo del Granito y Centro de Interpretaciòn de Hijovejo. Ero infatti già stato informato che in quella istituzione culturale Lope Ortiz aveva approntato un bel banchetto di Tapas, alias il divino Pata Negra e altri embutidos della loro azienda, El Chichero. Il tempo di due chiacchiere (sempre utili per aggiornare il mio minitrattato sul Jamòn iberico) e Lope si congeda, è in partenza per Shanghai: là proporrà le sue leccornie ai ricchi cinesi (evidentemente più al corrente dei nostrani intenditori che pensano solo al prosciutto di Parma).
Ultimata con Shanghai la narrazione iniziata con Quintana e proseguita col Pata Negra ecco spiegato – come promesso – lo scellerato ermetismo del titolo.

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