Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Madrid nel cuore

Una capitale da “vivere”, dall’alba a notte inoltrata. Le meraviglie della capitale spagnola sono universalmente note. Eppure ogni viaggio, specie se ripetuto nel tempo, riserba sempre nuove emozioni

Edificio Metropòlis
Edificio Metropòlis

Con Londra e Parigi, Madrid detiene la particolarità di essere stata la capitale dei tre più importanti imperi della storia moderna. Va infatti precisato che quanto a possedimenti coloniali, soltanto l’Impero tedesco ebbe vita effimera, mentre quello portoghese fu a lungo offuscato dallo strapotere spagnolo a sud dei Pirenei. Non si vorrà poi definire Impero la non lontana, italica burletta del nostrano Vittorio Emanuele III (Sciaboletta), per breve tempo (1936-1945) Re d’Italia e Albania nonché Imperatore d’Etiopia (meglio lasciar perdere).

Un Impero in pieno sole

Il Palazzo Reale di Madrid
Il Palazzo Reale di Madrid

Se poi si ricorda che sull’impero di Carlo V e di suo figlio Filippo II – a metà del Cinquecento – “non tramontava mai sole”, è d’obbligo commentare che nel contesto delle capitali di Stato Madrid fece una gran bella “carriera”. Solo pochi secoli, circa sette, prima dell’avvento dei due citati Asburgo sul trono spagnolo, Madrid nemmeno esisteva e dopo la sua fondazione restò per lungo tempo un anonimo villaggio (Magrit) dei Moros, avamposto lungo la linea di demarcazione che poco più a nord li divideva dai Cristianos. Con la Riconquista la città non uscì dall’anonimato e subì la vicinanza dell’importante Toledo (a 70 chilometri, già romana e visigota), fin quando (1561) il sullodato Filippo II decise di finirla con la scomoda regola della “corte itinerante” e la nominò capitale della Spagna (e di tutto quel ben di dio che fece gola ai pirati inglesi e francesi).

Siamo tutti madrileni

Stazione metropolitana sulla Gran Via
Stazione metropolitana sulla Gran Via

L’impero spagnolo è scomparso da molto tempo, da più di un secolo, ciò nonostante Madrid conserva e continua a vantare la maestosità e l’abitudine di “pensare in grande” tipiche delle metropoli che hanno fatto la storia. Passeggiando lungo gli immensi Paseos della parte moderna e nelle strette Calles della città vecchia (detta de “Los Austria”), si sente nell’aria che la funzione e l’influenza di “Madrid capital” non si arrestano ai confini della Spagna ma vanno oltre. Non per niente i legami con l’ex impero sono tuttora strettissimi, a tal punto che cileni o peruani o messicani si sentono di casa a Madrid più di quanto accada a Londra a canadesi o australiani o sudafricani. Ma anche il visitatore che non parla spagnolo (o ‘castellano’, sinonimo) a Madrid non trova difficoltà ad ambientarsi, a inserirsi nel frenetico ritmo di vita cittadino. Per il semplice fatto che la metropoli è invitante, attraente, ‘acogedora’ (accogliente). Soprattutto per i “cugini” Italiani, grazie a tanta storia condivisa e molte somiglianze linguistiche: tante parole del dialetto milanese, ad esempio “tomate” (pomodoro) e il verbo “ciulà” – da Chulo, bellimbusto dalle discutibili gesta – risalgono ai due secoli di dominazione spagnola nel Milanesado, per non parlare del napoletano “tenere” (per avere) e della “guapperia” (da Guapo, bello, ma anche bravaccio).

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Palazzi e Musei per chi ama l’Arte

Monumento a Carlos III
Monumento a Carlos III

Da Madrid nessuno torna scontento. Non parliamo poi di chi ama l’arte: nello spazio di pochi metri, una corta passeggiata, il Prado, il Centro de Arte Reina Sofia e il museo Thyssen Bornemisza (trasferito qualche anno fa da Lugano) costituiscono la più grande concentrazione di arte figurativa nel mondo. Un itinerario “Sulle orme di Goya” propone una ben più lunga passeggiata attraverso Madrid, con 35 soste, alla scoperta di esposizioni, accademie, chiese, palazzi dove il grande pittore aragonese esercitò e insegnò. Il cultore della storia passeggia nella vecchia Madrid dell’impero su cui non tramontava mai il sole; visita l’imponente Palazzo Reale e va a prendere un aperitivo nel bar ove Hemingway scrisse memorabili articoli e racconti sulla Guerra Civile. Nei dintorni, l’Escorial, con il possente monastero e palazzo reale – non meno cupo che affascinante – e Alcalà de Henares, con la casa natale del grande Cervantes, completano l’offerta storico letteraria della capitale spagnola.

Il cibo del mondo a Madrid

Madrid nel cuore

Il gastronomo a Madrid ha i suoi problemi: nella scelta tra lo splendido pesce appena arrivato dal mar Cantabrico e gli arrosti castigliani, tra la selvaggina della Mancha e le sapide minestre andaluse. Sempre che non si voglia provare anche i ristoranti etnici: un Asado argentino, il Guacamole messicano, un Ceviche peruano, il Churrasco brasileiro.

Quanto al divertimento, lo sport, la vita notturna, basti ricordare il mitico stadio Bernabeu (quante batoste han rifilato i ‘merengues’ del Real alle squadre nostrane) e da marzo a ottobre la Plaza de Toros (il tempio, la Mecca della tauromachia: non ha diritto a fregiarsi del titolo quel torero che, ottenuta la ‘laurea’ in altre Plazas del mondo, non è venuto a ‘confermarla’ a ‘Las Ventas’).

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Energie notturne, con la Movida

Madrid nel cuore

Chi possiede in serbo ancora un filino di energia, affronti la Movida, non senza ricordare che l’identicità del fuso orario tra la Spagna e il Belpaese é solo apparente: a Madrid si cena verso le 22 (un’ora, e anche più tardi in estate) dopo svariate soste nei bar a degustare le celeberrime ‘tapas’ (assaggi) dopodiché si parte per ritrovi e discoteche (e se vai “de tapas” non becchi le fregature delle nostrane Happy Hours: paghi quel che bevi e a parte quel che mangiucchi; non si fa di ogni erba un fascio, con riferimento ai bar milanesi laddove per un bicchier di vino ti cuccano da 5 euro in su).

E per dormire – potrebbero commentare i madrileni parafrasando una vecchia canzone di Dino Sarti – ci sarà tempo quando “sarém lassù en zima”.

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