Una concubina ritrova la gioia di vivere, una ragazza conquista finalmente il cuore dell’amato, una coppia gay in fuga vive una luna di miele, un uomo scontroso e burbero si trasforma in un gentiluomo… Dove? Al Lumachino, il ristorante dell’amore ritrovato, dove si possono gustare prelibatezze che fanno bene al cuore.
Ringo, una ragazza che lavora nelle cucine di un ristorante turco di Tokyo, rientra una sera a casa con l’intenzione di preparare una cena succulenta per il suo fidanzato col quale convive da un po’. Con suo sommo sgomento, però, scopre che l’appartamento è completamente vuoto. Niente televisore, lavatrice, frigorifero, mobili, tende, niente di niente. Spariti persino gli utensili in cucina, il mortaio di epoca Meiji ereditato dalla nonna materna, la casseruola Le Creuset acquistata con la paga del suo primo impiego, il coltello italiano ricevuto in occasione del suo ventesimo compleanno. E, soprattutto, sparito il fidanzato indiano, maître nel ristorante accanto al suo, un ragazzo con la pelle profumata di spezie.
Lo choc di Ringo è tale che resta impietrita al centro della casa desolatamente vuota, la voce che non le esce più dalla bocca. Decide allora di ritornare al villaggio natio, dove non mette più piede da quando, quindicenne, è scappata di casa in un giorno di primavera.
Là, appartata nella quiete dei monti, matura il suo dolore. Una mattina, però, osservando il granaio della casa materna, Ringo ha un’idea singolare per tornare pienamente alla vita: aprire un ristorante per non più di una coppia al giorno, con un menu ad hoc, ritagliato sulla fisionomia e i possibili desideri dei clienti.
Con l’aiuto del valente Kuma-san, l’ex factotum della scuola elementare del villaggio, il cui cuore è stato infranto dalla bella Shiñorita, un’argentina scappata in città, Ringo risistema il granaio. Pareti tinteggiate d’arancio, posate di epoca vittoriana e di epoca Taish e, nel giro di qualche mese, il Lumachino, così la ragazza battezza il ristorante, apre i battenti.
La prima cliente è la Concubina, la triste amante di un influente politico locale, passato a miglior vita diversi anni prima. Sulla tavola, in un tripudio di colori, odori e bontà senza pari, si alternano piatti gustosissimi che attingono alle cucine più famose: giapponese, italiana, cinese e francese su tutte. L’indomani, la Concubina, agghindata di solito a lutto con una lunga veste nera, passeggia con un cappotto rosso fuoco e un magnifico colbacco di pelliccia, e il suo atteggiamento schivo ha lasciato spazio a una marcata allegria. La medesima cosa accade a tutti i clienti del Lumachino: una ragazza riesce a fare innamorare di sé l’ex compagno di classe che l’aveva sempre ignorata, una coppia gay in fuga d’amore tra i monti trasforma il soggiorno in una luna di miele, un uomo burbero e scorbutico diventa un gentiluomo e così via. In breve, la notizia della magia del Lumachino si diffonde in tutto il circondario, e il successo è così garantito, poiché tutti vogliono sedersi alla tavola del ristorante dell’amore ritrovato.
Il romanzo di Ito Ogawa Il ristorante dell’amore ritrovato vince a Pontremoli il Premio Bancarella della Cucina 2011.