Il Medio Oriente è considerato una polveriera, dove in primo piano si rincorrono catastrofi, violenza e guerra. Eppure, lì accanto, scorre la vita di tutti i giorni. I primo passi dell’autore di questo libro, dal titolo insolito per la sua lunghezza, Neil MacFarquhar, nel mondo risalgono indietro nel tempo, quando la sua famiglia si trasferì in Libia al seguito del padre ingegnere. Mentre alla scuola della Esso frequentava le elementari, scoppiò la Guerra dei Sei Giorni, che avrebbe segnato il destino della regione e anche il suo. La politica, l’economia, i conflitti mai risolti del Medio Oriente sono diventati la materia prima della sua professione di reporter.
In questo libro dei ricordi è la cronaca del quotidiano a comporre il quadro degli eventi, in presa diretta, attraverso le vicende che si nascondono dietro i riflettori della storia, gli argomenti spesso ignorati o fraintesi. Ogni spunto è approfondito con il dialogo delle persone incontrate nel corso degli anni, in una sorprendente polifonia di voci: i riformisti, gli intellettuali, gli estremisti, i politici, le donne impegnate nelle lotte femministe, il saudita che scrive al teologo iraniano per sapere se anche gli islamici devono rispettare il codice della strada, i terapisti della coppia, i blogger.
Tutti hanno un nome e un cognome, un volto, e le loro parole vanno a comporre un caleidoscopio di immagini inaspettate per chi, da Ovest, è abituato a inquadrare il mondo islamico attraverso la lente dello stereotipo. Uno straordinario reportage in cui lo sguardo critico e insieme appassionato abbraccia la vastità di un intero mondo, senza sottrarsi al delicato compito di individuare gli strumenti che possono favorire la convivenza pacifica fra due opposti solo apparentemente inconciliabili.