L’Antropologo Claude Lévi-Strauss, nella sua ricerca di verità e conoscenza, scelse di allontanarsi dalla sua comoda poltrona all’Istituto Francese di San Paolo del Brasile per incontrare le popolazioni amazzoniche Ge, Borono e Nambikuara dal cui contatto derivò la vocazione dell’intera sua vita di studioso e ricercatore.
Anch’io, nella mia professione di fotografa-documentatrice, scelsi un giorno di lasciare le splendide spiagge del Venezuela per lo stesso motivo e riuscii a capire, vivendo un periodo di tempo con l’etnia più numerosa e organizzata dell’Amazzonia Venezuelana – quella dei Makiritari o Yekuana in lingua india – che la grande consapevolezza della loro identità etnica e del valore del loro lavoro e delle proprie tradizioni, li aveva aiutati a vivere, in un certo senso “integrati”, non rinunciando ad imporre la propria identità.
Caccia, pesca e attività varie. Tutto in comune
I Makiritari si sono dunque ribellati al ruolo passivo di vittime che la società cosiddetta “civile” aveva loro assegnato e hanno mostrato una sorprendente vitalità, non disgiunta da un notevole senso imprenditoriale. La comunità, che vive lungo le rive del fiume Ventuarì, nel dipartimento Atabapo, si autogestisce; questo non le ha impedito di mantenere la propria tradizionale cultura, pur accettando l’influenza occidentale.
Un momento straordinario della collettività è il ritorno dalla grande caccia sulle acque del fiume; dopo giorni di assenza, gli uomini ritornano e le donne corrono loro incontro per aiutarli a scaricare dalle barche il contenuto: fucili, animali cacciati o pescati, oggetti vari e pannelli solari portatili (curiosa e utilissima concessione alla modernità!) che sono loro indispensabili per ricaricare le batterie per la caccia notturna. Nel loro insediamento, i Makiritari allevano bufali per produrre mozzarelle, raccolgono il miele, coltivano tabacco e costruiscono piccoli mobili in legno dalle forme antropomorfe. Tutti i prodotti vengono raccolti e venduti collettivamente a Caracas dal Cepai, Centro Educazione Autogestita.
(21/05/2011)
Venezuela autentica. Foto di Giovanna Dal Magro