Le iniziative ecologiche non fanno più notizia, ma fanno piacere. Dal biolift, lo skilift bio azionato da cavalli, inventato in Carinzia, ai capi in filo d’ortica di Think Pink: eco-compatibili perché per coltivare l’ortica è sufficiente l’azoto. Dalle borse e gli accessori di Carpisa, realizzati con materiali riciclati e riciclabili, all’eco-jersey “Sensitive” utilizzato da Chiara Boni per la Petite Robe, l’apprezzata collezione di interpretazioni del mitico tubino. E’ di questi giorni il lancio del progetto per combattere la deforestazione di Vivienne Westwood e Marie Claire: la produzione e la vendita on line di un’edizione limitata di T-shirt, i cui proventi andranno alle tribù delle foreste del Bangladesh (www.peopletree.co.uk). L’operazione sarà raccontata sul numero di giugno di Marie Claire Italia, in una eco-section intitolata “Speciale Rainforest”, stampata su carta composta al 100% da fibre riciclate.
Scarti urbani, si. Ma opportunamente “riciclati”
Al Superstudio Più di Milano, il 21 e il 22 maggio, si svolge la prima edizione di Change Up-Scelgo io, un temporary shop dell’acquisto ma anche del vivere in modo consapevole, quindi bio-eco. Dal food, con percorsi tra sapore e conoscenza e degustazioni a tema al bio ristorante; dai Gelati “Naturale” agli spumanti di Selezione Castello Gancia. Dalla moda all’arredamento, dalla cosmesi al turismo; per coinvolgere i giovani un concorso Change art, dedicato agli studenti del liceo artistico di Brera. Gli autori dei migliori lavori avranno in premio un soggiorno alla Locanda dell’Arte nel Monferrato. Ecologico e artistico l’allestimento: dagli stand in cartone riciclato di Digiboard, al verde di Bonoldi Giardini. Dalle sedie con camere d’aria di Hell’s Kitchen alle eco t-shirt e le sedie eco-toys di Alessandro Acerra, per finire con gli “Scarti urbani” dell’eco scultore Roberto Gotta.
(19/05/2011)