Se tutte le strade conducono a Roma e le vie del Signore sono infinite, aggiungerò che anche a Salonicco si può arrivare in singolari circostanze. Nel mio caso, sono finito nella capitale della Macedonia, e ne ho visitato la regione di cui è la capitale, mercè una gita organizzata dalla associazione dei “periodistas” (giornalisti) dell’Estremadura (bella Comunidad nel sudovest della Spagna) alla quale ‘tengo el gusto y el placer’ di appartenere (ma non mi si chieda come e perché; sarebbe troppo lungo spiegarlo).
E bravo il mio amico (e presidente) Paco Rivero, per aver deciso una trasferta nella Grecia ‘meno conosciuta’. Perché l’idea di andare a vedere una Grecia diversa non è stata peregrina. Diversa, per capirci, dal solito Partenone, dalla solita Mykonos, dalla charterizzata Rodi, dai già visti pepli delle ragazze di Olimpia così indaffarate ad accendere la fiaccola (c’è il tedoforo pronto a scattare) e diversa, infine, dalla solita foto di Santorini (muro bianco e tetti blu, sullo sfondo il mare contornato da quell’enorme cratere che è l’isola: sono ormai cinquant’anni che il turismo greco ci rifila la stessa foto pubblicitaria).
Rivalità con Atene
A Salonicco, Macedonia, no; se proprio non siamo (già) nei Balcani (ma se ne sentono tanto le avvisaglie) conosciamo comunque un’altra Grecia (per fare un esempio, nei ristoranti non ti ritrovi assediato dal Moussakà né ti opprimono con i Dolmàdes, quelle foglie d’uva ripiene di riso che nel sud del Paese trovi dappertutto). E a Salonicco, da bravi “nordici” (superfluo accennare alla rivalità con Atene, feroce se si parla di Calcio) vanno al sodo pensando al business (un tempo in gran parte gestito da ebrei Sefarditi espulsi dalla Spagna, tanto numerosi che la città fu definita la ‘Israel del mondo’, riferirò in altra occasione) ma godendo anche – secondo dettame della vita mediterranea – gli ozi favoriti dal dolce clima dell’Egeo (solo d’inverno un fastidioso vento proveniente dai Balcani, tipo Bora, crea problemi di temperatura).
Da Alessandro Magno alla F.y.r.o.m.
Tra i piaceri più gettonati, una passeggiata lungo lo splendido lungomare (il Nikis, da solo vale il viaggio) su cui si affaccia una altrettanto bella piazza dedicata ad Aristotele (che, un po’ per i natali nella non lontana Stagira, un po’ per essere stato ‘prof’ del Grande Alessandro, non poteva non dare il nome anche alla locale università). Quanto ai vicini di casa, sono poco amati i turchi (che da Salonicco sloggiarono soltanto 99 anni fa) e meno ancora i cittadini (ma portano ‘danée’ provenienti, dicono, da traffici di Marlboro e quant’altro) di quella vicina repubblica nata dalla dissoluzione della Jugoslavia, capitale Skopje, alla quale i Greci negano di chiamarsi Macedonia (francamente non sapevo che nel battezzare un Paese esistesse un copyright da rispettare, e guardando una carta geografica stampata in Grecia fa un certo effetto, tra i Paesi confinanti, Bulgaria e Shqiperija-Albania, leggere le anonime iniziali F.y.r.o.m.).
La storia nelle architetture cittadine
Perché a Salonicco, dopo le glorie ellenistiche di Filippo e Alessandro di Macedonia, sono passati tutti, o quasi: Romani e Bizantini, Slavi e Normanni, Avari e Catalani, Saraceni e Veneziani, e infine i non graditi Turchi (oltre ai già accennati ebrei Sefarditi). Si ammirano pertanto le Terme romane e la ottomana Torre Bianca (simbolo della città e ‘capolinea’ dello struscio sull’elegante lungomare); l’Arco e la Rotonda (pantheon, mausoleo) dell’imperatore Galerio e i bagni bizantini (in seguito Hamam turco) del Paràdeisos, la Archaia Agorà, alias Foro della Roma imperiale, e le chiese paleocristiane dell’Acheiropoietos e di Hossios David, per non parlare di tante antiche chiese ortodosse, Hagia-Santa Sofia (VIII secolo) e Haghios Dimitrios.
Si a Salonicco, no al Monte Athos
Situata nella parte più interna del Golfo Termaico, alle porte della penisola Calcidica, quella del quasi inaccessibile – non parliamo poi per le signore – Monte Athos (era più facile e meno burocratico passare il Muro di Berlino al Check Point Charlie), Salonicco (fondata nel 316 a.C. da Cassandro, un generale di Alessandro Magno, prende il nome da una sorellastra del condottiero che in soli 12 anni conquistò l’impero persiano e arrivò fino all’Indo) vanta una storia ricca e continuata. Lo dimostra una varietà di pregevoli monumenti, alcuni assai ben preservati, all’interno di millenarie mura (sorte alla fondazione della città nell’era ellenistica eppoi rafforzate nell’epoca romana, in quella bizantina e infine dopo la conquista turca), sono oggi divenute World Heritage dell’Unesco. Chi possiede culto e curiosità per ammirare quel che resta del passato, non ha che l’imbarazzo della scelta.
Turchi dominatori ma liberali
Perché dei Turchi ottomani si può dire tutto il male possibile, ma non che alle minoranze religiose non concedessero una certa libertà e indipendenza (gli bastava che pagassero i tributi e non dessero più fastidio di tanto nelle pratiche religiose). Basti ricordare quanti personaggi non turchi né musulmani (leggi ebrei e cristiani) divennero Pasha o Visir; leggasi importanti uomini di governo (politici, militari, finanzieri, molti israeliti furono inoltre medici personali del Sultano) nell’amministrazione dell’impero della Sublime Porta.
Piacevole, dunque, la ‘scoperta’ della capitale della Grecia ‘sconosciuta’ (per meglio dire, meno nota, ma si sa, Atene dista poco meno di 500 km e i grandi flussi turistici passano da quelle parti). Una Salonicco resa ancor più intrigante dalla vicenda degli ebrei Sefarditi e dalle visite nelle vicine località macedoni straricche di storia e cultura. Argomenti che saranno trattati prossimamente.
Info: visitthessaloniki.it