Per quanto si possa essere razionali e disincantati, il mondo dei sogni seduce e prende. Raro trovare qualcuno che non racconti mai i propri sogni e non all’analista, s’intende. Anzi, la maggior parte delle persone parlano del loro, in modo entusiasta, come se fosse il sogno più incredibile che potesse capitare.
Non considerando che, se fosse una storia banale, probabilmente non la ricorderebbero. Si preferisce raccontare i propri sogni, piuttosto che sentire raccontare quelli degli altri, per definizione molto più banali e meno “creativi” dei propri.
Eppure i sogni “materializzati” del fuori salone milanese, sono stati in grado di stupire e affascinare tutti; più dei propri.
Luci con foglietti, archi profumati, seggiole self-service
A cominciare dalle lampade di Ingo Maurer, esposte come sempre allo Spazio Krizia. Più che oggetti da illuminazione sono installazioni d’arte che evocano luoghi, come “Living Las Vegas”, o storie di varia umanità come “Zettel’z” con i foglietti appesi, o strani fiori come Silly–Kon. Tutto sembra visto dietro il filtro del mondo dei sogni.
E’ sparito con la fine del salone, purtroppo, il paesaggio fantastico di La Perla: grandi archi di legno profumato che formano un nido-galleria, dentro cui camminare, con luci colorate che si accendono, come in una favola, toccando solo i legni. Nel percorso, due lampade realizzate con bustier della maison. Anche quest’anno il progetto è di Silvio De Ponte.
Alla Galleria Cardi Black resta solo fino a venerdì 22 il Zieta BazAir. E’ il bazar futuribile del giovane artista polacco Oskar Zieta: cento sgabelli Plopp, in alluminio bianco, sono appesi a grandi palloni bianchi. Tutti possono staccarne uno dalla corda e prenderlo come in un self service.
(21/04/2011)