Venerdì 3 Maggio 2024 - Anno XXII

Gita Padano-Romagnola (detta anche “Road Map”)

Cosa non si fa per festeggiare il compleanno di un amico! Chilometri in auto, pernottamenti, acquisti, assaggi e sorseggi, pennichelle e levatacce. Ma in fondo, va bene così. La vera amicizia nasce e muore a tavola! (In questa puntata: Milano-Mantova, Lambrusco e Lugo di Romagna, incluse dritte e segnalazioni)

Una bella fanciulla in un vigneto
Una bella fanciulla in un vigneto

Giovedì 7 Aprile

Al mattino partenza da Milano (meglio sloggiare, stanno spuntando le foto con le “reclàm” dei candidati alle elezioni; dicono di dargli il voto, poi pensano loro al nostro bene, poveretti; ma come si fa a ridursi così?). Comunque, si va a festeggiare i 70 di Paolo in riva all’Adriatico; beninteso – come accade alle Compagnie di Giro recitanti a soggetto – si finirà dove ci portano il cuore (e il Lambrusco, altro potente ispiratore) mai però sconfinando oltre le dilette Romagna e la sua ‘dependance’ Emilia. Mi infilo pertanto sulla Milano-Mantova per scoprire che è nelle stesse condizioni di quando la percorsi alcuni anni fa allorquando era nelle stesse condizioni di quando la costruì nel 1820 (milleottocentoventi) S.M.I. Francesco II di Austria e del Sacro Romano Impero (da allora la strada, salvo qualche rotonda e un paio di scritte del Duce tuttora leggibili sui muri, non è cambiata: che pena, e invece di tanti blablabla per l’Unità del Belpaese e quel che l’è, non era meglio rendere percorribile questa importante arteria che unisce le capitali di due province lombarde?).

Lungo le rive del Po

Cantina sociale di Quistello
Cantina sociale di Quistello

Devo però percorrere questa sconcia strada (vecchia, mai allargata, migliorata, salvo qualche cartello del “massimo 30 all’ora” apposto tra rettilinei deserti con vista pioppi e in lontananza allevamenti di scrofe) perché per festeggiare Paolo è d’uopo passare per Quistello a caricare un accettabile contingente di nero (e robusto) Lambrusco Mantovano. Arrivo però tardi (colpa della strada, vedi sopra) alla locale Cantina Sociale (chiudono alle 12, secondo lodevole usanza contadina) e trovo pertanto il tempo per degustare due tortelli di zucca nella adiacente non meno che nota Ambasciata. Dopodiché mi concedo due passi digestivi. Un giretto di 10 minuti (mentre alla vicina San Benedetto Po – monastero e basilica, museo Polironiano – il viaggiatore vorrà dedicare maggior tempo) quanto basta per godere la vista di alcune case del primo ‘900 (Liberty, Floreale, Modernismo, Art Nouveau o quel che l’è) costruite dalla piccolo-media borghesia agraria lombarda. Siamo nelle Terre di Matilde di Canossa. Nata a Mantova nel 1046 (suo padre Bonifacio vi possedeva una reggia) la Gran Contessa dialogò con papi, imperatori ed è oggi ricordata per il “Sistema Po-Matilde”: castelli, avamposti, torri lungo il Padus (o se si preferisce il guareschiano Piccolo Padre).

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Glorie di Lugo: Baracca, Compagnoni e Squaquerone

Lugo di Romagna
Lugo di Romagna

Ma eccoci giungere alla mèta (vestiti: è passata la moda del Duce, che ci imponeva di arrivarvi ‘nudi’) accolti dall’ancora 69enne Paolo (ne fa 70 dopodomani ma è sempre meglio festeggiare i vecchi con un certo anticipo, non si sa mai!).

È però tardi, Ruit Hora, un sorso e si riparta! I motori tornano a rombare, in direzione di Lugo di Romagna, terra natale di Paolo, mio Scout e interprete in questi blitz dal profondo contenuto culturale. Nella città di Baracca (grande pilota, mi dice Paolo, peccato però che avesse la sifilide), Compagnoni (quello che a Reggio Emilia inventò il tricolore) e del mio babbo, la Azdora (in rumagnòl, reggitrice, padrona) moglie di Elio (compagno di banco di Paolo) ci attende a cena. Prima, però, Paolo fa provviste alla Crai acquistando hamburger di Castrato (la fine del mondo, con quel sapore così selvatico, una novità), Squaquerone (è la stagione giusta, le vacche sono stanche per l’inverno sostenuto) e (chi si appresta a pronunciare vorrà romagnolmente far schioccare le Z, come una frustata) Sulzèzza (per il volgo, salsiccia).

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