Il pastore Olof Helmersson ritona nel suo villaggio natale situato all’estremo nord della Svezia. Ha ottantatre anni, una biciletta pieghevole e una missione da compiere: scristianizzare tutta la regione. La stessa nella quale aveva predicato e salvato, convertendoli alla fede.
Nei decenni passati sulla costa, si è convinto che Dio non esiste e che la vita non ha senso. Sente quindi il dovere di liberare dall’errore tutti quelli che in gioventù aveva convertito con il suo fervore, la sua parola tonante e la sua fisarmonica. Ma il tempo l’ha preceduto: i pochi sopravvissuti della vasta comunità dei salvati la fede l’hanno già persa per conto proprio. Sono solo due quelli non contagiati dalla miscredenza e soprattutto è rimasta Gerda, che lo aspetta da tempo: ormai ridotta in fin di vita, non può morire finché lui non avrà dato una risposta ai dubbi che la assillano. «…Gli ci erano voluti decenni per arrivare a quella sconfessione liberatoria. Ateo non lo si diventa in un batter d’occhio! Ma finalmente adesso vedeva tutto molto, molto chiaro. Era questa cognizione che l’aveva costretto a spronato a fare ritorno lì in quelle lande desolate.»
L’autore Torgny Lindgren che conosce molto bene quelle zone racconta di un Nord che vive nel mito, con scanzonato affetto. Una spaesata e spopolata Macondo in cui la buona vecchia acquavite purifica da tutti i peccati. C’è chi è accecato sulla via dell’ateismo e si rallegra di non poter più vedere ciò che no esiste, e chi sa di essere vissuto “tra gente principesca nel più bel posto del mondo”. Ma nel gioco ironico dei paradossi, è del mistero della fede che si tratta, della ricchezza di ogni esistenz aumana e di quel Dio che, come dice Canetti, morto o no, è esistito per così tanto tempo che non si può non continuare a parlarne.