“Attraverso i grandi spazi vuoti a ovest del mondo allora conosciuto, Cristoforo Colombo sfidava la leggenda”. Così scrisse nel 1971 Eduardo Galeano nel suo libro “Le vene aperte dell’America Latina”, denunciando in forma di narrazione poetica l’inflessibile e ineluttabile processo di spoliazione e sfruttamento del Nuovo Mondo da parte dei Conquistadores che seguirono alla scoperta di queste Terre. La prima fu la Repubblica Dominicana, un vero paradiso naturale, la cui capitale, Santo Domingo, venne fondata nel 1498 da Bartolomeo Colombo, fratello di Cristoforo, sulle sponde del fiume Ozama.
Nel Cinquecento la città crebbe sempre più e vennero fondati il primo monastero, il primo ospedale, la prima università, la prima sontuosa Cattedrale. Dalla barocca via El Conde, oggi si raggiunge la Piazza Colombo con al centro la maestosa statua di Cristoforo Colombo. La vecchia casa nella quale il navigatore abitò, ora Museo, era la sede della Delegazione della Corte Spagnola. Fra i molti oggetti contenuti, anche quelli costruiti con l’ambra, il prezioso materiale che abbonda nel nord dell’isola; il corrimano della scalinata del museo è infatti interamente d’ambra.
Dai Taìnos a regno delle vacanze
All’arrivo degli Spagnoli gli abitanti dell’isola erano i Taìno, i primi amerindi che popolarono i Caraibi, in gran parte scomparsi dopo la venuta degli Europei, sia per le conseguenze della conquista militare, sia per i decessi causati dalle malattie infettive portate dagli invasori.
Discendenti dai Taìno si considerano gli abitanti di questa Repubblica, così come quelli di Cuba e Portorico. Si ritiene che i Taìnos fossero imparentati con i Maya dello Yucatán e del Guatemala. I loro villaggi erano composti da capanne di forma circolare, dette “bohio”, edificate con foglie di palma e legname,nelle quali vivevano le diverse famiglie. Poi c’era una capanna più grande, di forma rettangolare (caney) riservata questa al capotribù, il Cacicco. I Taìnos per dormire usavano amache di cotone; oltre a questa (amaca) sono infatti di origine taìna altre parole, tra le quali: canoa, iguana, piroga ecc. La principale attività era l’agricoltura: coltivavano manioca, patata, mais, peperoncino, ananas, cotone, arachidi e tabacco.
Info: www.godominicanrepublic.com
L’altra metà di Hispaniola. Foto di Giovanna Dal Magro