Nel mosaico “danzereccio” marocchino, dai variopinti e variegati tasselli, trovano spazio forme di danza la cui musica, i cui balli e l’interpretazione della stessa assumono una forte valenza simbolica e religiosa, rendendo così la danza non solo spettacolo, ma rito dal sapore terapeutico. Parliamo della danza Gnawa (o Gnaoua), danza che prende il nome dal gruppo etnico degli Gnawa, composto dai discendenti degli antichi schiavi originari del Ghana, del Sudan, e più in generale dell’Africa occidentale.
Una liberazione catartica
La musica Gnawa è una delle musiche africane più ancestrali, capace di indurre il danzatore in una sorta di stato di trance, grazie ai suoni bassi e ritmati degli strumenti tipici utilizzati per questa musica: il gumbri che è simile a una chitarra a tre corde e alle qraqeb che somigliano invece a delle grosse nacchere di metallo. La danza ballata su queste musiche è una danza acrobatica, il danzatore balla fino a raggiungere lo sfinimento e al culmine dell’esibizione raggiungere uno stato di trance. Questo perché la danza gnawa è vissuta come liberazione catartica e avvicinamento e riconciliazione con gli spiriti, per ottenere guarigioni, estirpare il male, da cui la sua valenza terapeutica e simbolica e il fascino di una danza che viene da molto lontano. (04/02/2011)