Il progetto dell’architetto Antonella Tesei ha mirato a conservare il più possibile le antiche strutture e, dove proprio non fosse possibile, a ricostruire gli ambienti il più fedelmente possibile. Importante è ricordare dove ci troviamo: appena fuori Milano, nella zona Ovest della città, un luogo storicamente agricolo, ricchissimo di acque tra rogge e fontanili dove sorgevano le tipiche cascine lombarde grandi, con un vasto cortile quadrato a separare i vari corpi di fabbrica.
Questa struttura è rimasta anche nell’albergo. Il corpo principale è quello che ospita il mulino, costruito a ponte sopra la roggia che ne alimenta la ruota e i meccanismi. Qui si trova il ricevimento, la zona soggiorno – dove spiccano tre grandi macine in pietra teoricamente ancora perfettamente funzionanti – con il bar e il ristorante Magiono (dal nome del primo proprietario della struttura a metà del XVI Secolo) il cui cuoco è Domenico Notturno già chef del Park Hyatt hotel di Milano. Al primo piano ci sono quattro suite su due livelli con il tetto in travatura di legno e un lucernaio. Ogni camera ha il wi-fi gratuito per il collegamento Internet.
Energia geotermica per riscaldare gli ambienti
I materiali di costruzione sono il cotto e la pietra. Dove è stato possibile si sono utilizzati i materiali originali, altrimenti sono stati ricostruiti. In tutte le fasi della lavorazione si è utilizzato il metodo filologico, ogni elemento è stato catalogato e numerato prima di essere rimosso e restaurato e l’edificio nuovo, costruito quando ci si era resi conto che non sarebbe stato possibile recuperare la vecchia struttura, rispetta volumetrie e tipologie preesistenti.
Nell’edificio ricostruito sono posizionate quattordici camere tutte diverse le une dalle altre. La climatizzazione degli ambienti e della piccola zona benessere e delle due sale riunione avviene tramite l’energia geotermica sfruttando le numerosi fonti d’acqua di cui la Pianura Padana è ricchissima. (17/11/10)
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