Che la tela jeans, o denim, sia un classico non è una notizia. Il tessuto, soprattutto sotto forma di pantalone, da decenni è nel guardaroba di chiunque. Assolutamente trasversale per età, sesso, ceto, paese, fisico . C’è il jeans dozzinale da pochi euro e quello firmato e prezioso, decorato con Swarovski, inserti di coccodrillo e pitone, dettagli in oro, argento, platino. C’è il jeans stracciato e quello dipinto, il jeans delavé e quello waterproof. Ci sono giacche e colbacchi in tessuto jeans foderati di pelliccia per freddi siberiani e bikini e cappelli di jeans per spiagge assolate. La tela jeans è usata per scarpe, borse, divani, poltrone, interni di automobili, carrozzine da bambini.
L’origine: da Genova o da Nîmes?
Molte mostre hanno raccontato la storia del tessuto. Con tutte le contestazioni del caso fra Genova e Nîmes per le origini del nome. Ma che il denim vesta personaggi ritratti nella pittura di secoli fa, questa è una novità. Da scoprire in “Il maestro della tela jeans” (titolo in italiano) fino al 7 novembre alla Galerie Canesso di Parigi.
In mostra dieci quadri di uno sconosciuto e talentuoso pittore lombardo di metà del XVII secolo, raccolti negli anni da Maurizio Canesso. Ritraggono situazioni famigliari o sul lavoro di gente povera che indossa capi nell’inconfondibile tessuto.
Tra i curatori della rassegna anche lo stilista François Girbaud, insieme alla moglie Marithé, inventore di un procedimento avanzato ed ecologico per la lavorazione del jeans. (19/10/10)
Info: www.canesso.com