Il volo è un’esperienza aperta non solo ai temerari o agli sportivi: qui, nei due borghi lucani si sono lanciati quasi tutti dai giovani sindaci a un arzillo signore di 88 anni. Unici requisiti sono l’età superiore ai 16 anni, un peso compreso tra 35 e 120 chilogrammi e una bella dose di coraggio. La prima linea, chiamata San Martino, parte da Pietrapertosa (a quota 1.020 mt) e arriva a Castelmezzano (quota di arrivo 859 metri) dopo aver percorso 1.415 metri raggiungendo una velocità massima di 110 Km/h; la linea di ritorno, Peschiere, è la più lunga d’Europa e per raggiungere la pedanina di lancio si può arrivare anche in groppa di un asinello o di cavallo: da Castelmezzano (quota di partenza 1.019 mt) il filo conduce a Pietrapertosa (quota di arrivo 888 mt) toccando i 120 Km/h su una distanza di 1.452 metri. La stagione quest’anno è iniziata il 1 maggio per proseguire sino al 18 settembre (per info e prenotazioni: www.volodellangelo.com).
Il volo dell’economia locale
Dati tecnici a parte, l’aspetto più interessante del volo forse è un altro. E’ la sua capacità attrattiva, che ha creato una “motivazione” per quanti non hanno una minima idea di come sia questa parte di Basilicata, rimasta nell’ombra per decenni. Un volano per l’economia del territorio, per usare un gioco di parole, che nel 2009 ha richiamato nei due paesini, già inseriti nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia, settemila “angeli”, il 25% in più rispetto all’anno precedente. Gli italiani, con i pugliesi in testa, rappresentano la maggioranza dei paganti seguiti dal primato dei tedeschi, svizzeri e francesi fino agli americani e agli australiani. Un buon risultato per la società consortile a partecipazione totalmente pubblica che gestisce gli impianti e che ha chiuso, cosa rara per l’Italia, i bilanci in attivo.
Così la vita è cambiata nelle silenziose viuzze di questi due borghi letteralmente sorti a ridosso e dentro la pietra, con le vecchine con i fazzoletti in testa e la campana della Chiesa Madre che batte tutti i quarti d’ora: da qualche anno sono spuntati ristoranti, un negozio di souvenir a Castelmezzano che vende addirittura l’aria del paese “inscatolata”. Ha aperto anche il primo albergo diffuso della Regione a Pietrapertosa, con una decina di appartamentini sparsi per il borgo in armonia con la vita e i ritmi delle due comunità.
Librarsi nell’aria
Alberto, 75 chilogrammi, pronti… via! Nome e peso. Le ultime parole che pronuncerete prima di lanciarvi. Sganciato il moschettone, ecco che comincia la discesa, sospesi in aria e sostenuti solo da una piccola carrucola agganciata a un sottile cavo d’acciaio a circa 400 metri d’altezza da terra. È emozione pura, mista a una sensazione di leggerezza, quella che senti provando il “Volo dell’Angelo“, un’attrazione che dalla Francia è arrivata in Italia quattro anni fa. Il filo, anzi i due fili della linea di andata e di ritorno, collegano due piccoli paesi nel centro esatto della Basilicata, Pietrapertosa e Castelmezzano, due “presepi” arroccati sulle rocce d’arenaria delle Dolomiti Lucane. Un paesaggio scenografico, fatto di guglie, picchi e gole da sorvolare come uccelli per circa un minuto a una velocità che può sfiorare i 120 chilometri all’ora.
Imbragati dal petto alle ginocchia in completa sicurezza, con casco e occhiali antivento, ci si posiziona orizzontalmente sulla pedana per prepararsi al tuffo. E’ il momento più difficile, tocca abbandonarsi alle mani esperte dell’operatore che ti aggancia alla carrucola. Il timore cede subito il passo alla curiosità di volare usando il proprio corpo che per forza di gravità e d’inerzia scivola lungo il cavo (questo il motivo per cui si deve comunicare il peso). A un certo punto, attaccato al filo, vieni assalito da un dubbio, diciamo, marginale… e adesso come mi fermo? Questo piccolo particolare non ve lo sveliamo, sta a voi provare!
Borghi pietrosi
Siamo nel mezzo del Parco naturale di Gallipoli Cognato e delle Dolomiti Lucane, 27mila ettari di cerri, castagni e tigli a cavallo tra la provincia di Matera e Potenza, di cui fanno parte anche i comuni di Castelmezzano e Pietrapertosa. Per arrivare qui, il consiglio è di preferire l’auto (le Dolomiti Lucane distano circa 200 chilometri da Napoli e 150 da Bari) e dopo il volo di avventurarsi anche lungo il percorso via terra delle “Sette Pietre” che collega i due paesi. Il sentiero è una “passeggiata letteraria” di due chilometri nel verde con totem che si accendono al passaggio del camminatore raccontando storie di streghe e sortilegi ancora vivi nell’immaginario popolare del posto. Finito il volo e la passeggiata a piedi, i due borghi “dirimpettai” valgono una visita più approfondita. Da vedere l’Arabata, il quartiere arabo di Pietrapertosa, un susseguirsi di piccole case addossate alla parete rocciosa nella parte più elevata del paese. Il nome deriva dalla dominazione araba, guidata dal Re Bomar nell’838, e pare di trovarsi tuttora in una casbah fatta di pietra.
Sulle tracce dei Templari
Castelmezzano è tra i comuni fondatori dell’associazione dei borghi più belli d’Italia. Assomiglia a un anfiteatro appoggiato sulla roccia delle cime dolomitiche, che per il loro aspetto ricordano le “parenti” del nord. La visita al centro storico riserva chicche come la statua lignea trecentesca della Madonna con Bambino custodita nella Chiesa Madre Santa Maria dell’Olmo: la Madonna stringe con tenerezza il piede sinistro di Gesù bambino, quasi a prefigurare il dolore successivo della crocefissione. La storia del borgo è poi legata ai Cavalieri Templari: tracce della loro presenza si riscontrano nella toponomastica delle strade e nello stesso stemma comunale che riproduce il sigillo dell’ordine del Tempio: due cavalieri, di cui uno moro, su un unico cavallo alla volta della prima Crociata combatutta anche dagli abitanti di Castelmezzano con la vicina Tricarico.
“Manate” nel piatto
A tavola le Dolomiti Lucane non deludono le apettative. Siamo pur sempre in Meridione ed è una piacevole avventura arrivare dall’antipasto sino in fondo, alla frutta. Re della tavola è la carne d’agnello delle Dolomiti Lucane, che qui troverete un po’ dappertutto cotto al forno o arrostito e accompagnato dalle immancabili patate, come quelle “arraganate”, condite con l’origano. Speciali i peperoni cruschi, lunghi peperoncini rossi fatti essiccare al sole e fritti per pochi secondi nell’olio bollente. Croccanti e sfiziosi, ma non piccanti, sono buonissimi anche da stagliuzzare nel sugo della pasta. Da assaggiare gli stascinati o le manate, striscioline di pasta ottime con i legumi. A Castelmezzano, nonna Maria impasta farina di grano duro e acqua da quando aveva 11 anni. Ora ne ha 73 e un’energia e una manualità da vendere. Al Becco della Civetta, ristorante locale, arrivano dal Giappone per carpire i suoi segreti. Chissà come si capiranno in uno strampalato lucano-giapponese a colpi di mattarello.
Informazioni utili:
Guida turistica
Per una visita a Castelmezzano o nel territorio delle Dolomiti Lucane si può contattare Rocchina Martoccia, guida turistica abilitata. La visita dura un paio d’ore e spazia dalle caratteristiche paesaggistiche a quelle storiche e antropologiche del paese. Si prosegue poi nella visita guidata della Chiesa Madre Santa Maria dell’Olmo. Si raggiungono i resti della fortezza normanna e attraversando i vicoli del borgo si ripercorre la storia di quei personaggi che hanno fatto la storia del Borgo (il Mago della lucania, il conte Campagna, il medico Paternò). In alternativa si può optare per il trekking lungo la passeggiata letteraria delle 7 pietre.
Dove dormire
Le Costellazioni
Si tratta del primo albergo diffuso della regione, composto da 13 abitazioni (dalla vecchia casa contadina, al vecchio locale della posta, alla casa del primo ‘900, con possibilità di uso cucina) che hanno i nomi delle costellazioni: Andromeda, Cassiopea, Orsa Maggiore, Perseo, Pegaso. La “reception – caffetteria” è posta all’ingresso dell’abitato, in una costruzione in pietra e legno, dove si possono trovare anche prodotti tipici. Pietrapertosa www.borghidibasilicata.eu
Dove mangiare
Ristorante Dolomiti
La cucina, semplice, punta sui sapori locali e sulla freschezza dei prodotti. Cacioricotta, funghi cardoncelli, peperoni cruschi (ovvero essiccati) diventano gli ingredienti per gustosi piatti. Prelibatezza è la mousse di ricotta con cioccolato, o a scelta nocciola o caramello. Via Michele Volini – Castelmezzano
Al Becco della Civetta
Dal pane alla pasta, ai dolci fatti in casa, dalle erbe gradevolmente amarognole della vicina foresta di Gallipoli-Cognato, fino alle salsicce e soppressate. Tra le numerose specialità, da assaggiare il “lonzino marinato al vino aglianico con misticanza di ricotta e noci” o “il filetto di maiale al tartufo lucano”. www.beccodellacivetta.it
I sapori del parco
Si comincia con “manat’e e fasul” (spaghetti fatti a mano e fagioli) o con orecchiette e cavatelli al ragù, per arrivare all’agnello e capretto al forno con patate “arraganate” (insaporite con origano tipico delle montagne lucane) e poi arrostite. Al secondo piano sono disponibili venti posti letto.
Agriturismo il Molino della Contessa
L’Agriturismo è stato ricavato da un vecchio molino del 1800 restaurato. Si possono degustare affettati, conserve, stuzzichini, prosciutto e pane caserecci, produzioni lattiero casearia, carni e ortaggi, tutti rigorosamente locali. A disposizione anche una camera quadrupla e due triple.
Trattoria Vecchio Scarpone
Cucina casereccia con utilizzo di soli prodotti lucani. Tra i primi piatti: strascinati, orecchiette con salsiccia fresca; tra i secondi: agnello, capretto, maiale, e selvaggina (fagiano e cinghiale). Tra le golosità vari tipi di frittata (con i lampascioni, cipolla, asparagi).
Grotta dell’eremita
L’agriturismo, situato in un pendio delle Dolomiti Lucane all’interno del Parco Regionale di Gallipoli Cognato, tra boschi di faggi e di castagni, mette a disposizione piccole dependances da poco ristrutturate. Su richiesta è possibile assistere e partecipare attivamente alle lavorazioni agricole aziendali: dalla mungitura alla vendemmia. C/da Calcesia www.grottadelleremita.com
Da leggere in viaggio
Lucani Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù
di Angela Langone –Edizioni Sonda – pp. 140 – 11,00 euro
Collana: Luoghi non comuni
Un affresco ironico e pieno di spunti divertenti da leggere prima di partire per la Basilicata, in alternativa o a corredo della guida turistica tradizionale. Fresco di pubblicazione, il libro di Angela Langone, nata a Limbiate da genitori lucani, fa una dettagliata radiografia antropologica dell’essenza lucana. La Basilicata, più che una regione, è una comunità, sostiene l’autrice perché la “lucanità” non ha confini geografici: chi è lucano lo è per sempre, dovunque esso sia. Leggere (e confrontare) per credere.