A Melbourne sono arrivati da tutto il mondo i nuovi “Aussies”. Dopo gli anni della corsa all’oro hanno creato, modificato – miscelando con sapienza l’antico e il moderno – la loro città, rendendola affascinante e vitale. Splendide architetture, originali luoghi d’incontro. Il trionfo della tanto decantata “qualità della vita”. Helen Porter Armstrong (1861-1931) aveva una voce magnifica. Un soprano che, in tournée americana ed europea, duettò con Caruso, e scusate se è poco. Veniva da Melbourne, e perciò cambiò il suo nome in Nellie Melba, più rotondo, più semplice. E con quel nome arrivò a Londra a cantare nel ‘Lohengrin’ di Wagner.
Auguste Escoffier, il grande chef francese patron del Savoy, la ascoltò meravigliato, e decise che doveva fare qualcosa per lei. Si informò, e sapendo della sua passione per il gelato e del suo timore a mangiarlo per non danneggiare le corde vocali, le preparò un gelato mascherato: una pesca sciroppata con salsa di lamponi, su un gelato alla vaniglia. Un dessert romantico, che per decenni è stato un caposaldo dei menu del mondo, con il nome di ‘Pêche Melba’.
Melbourne e il Grande Slam
Grande Slam è un termine sportivo, che ha preso significati ampi. In origine, era la vittoria ottenuta sui campi da tennis dell’Australia Open, US Open, Roland Garros e Wimbledon, nello stesso anno sportivo. Una possibilità remota, forse anche da sport di qualche decennio fa, quando i ritmi erano decisamente inferiori.
Un ‘grande cappotto’ che Rod Laver, giocatore degli anni Sessanta e Settanta (considerato da molti il più completo tennista di tutti i tempi), ha vinto, unico, due volte, nel 1962 e 1969. È l’icona del tennis australiano, come mostra la sua statua all’entrata della Rod Laver Arena, al Melbourne Park. D’altronde, la città è sede permanente (dal 1972) del torneo Australian Open, a consacrare la nascita del tennis ‘aussie’ nel 1882, quando alcuni ‘pionieri’ fondarono il Royal Melbourne Tennis Club. Ecco due spunti per visitare la capitale dello stato del Victoria, una città magnifica.
Federation Square una piazza multifunzionale
Facciamo un salto. Dimentichiamo per un attimo l’impronta britannica e andiamo in Federation Square (2002), detta ‘Fed Square’. Se è vero che le città sono più che mai il centro della creatività, dell’invenzione umana, allora bisognerà avere qualche idea per cambiarle, le città.
Melbourne, che ha uno sviluppo attento ed equilibrato, si è inventata una piazza-contenitore, un attrattore di incontri e di occasioni, di lavoro e di leisure time. Ha cioè rimescolato le funzioni, e le ha costruite con un ordine architettonico apparentemente casuale. Fed è una ‘toppa’ nel tessuto urbano, che lega la città storica con il fiume, la ferrovia con i nuovi quartieri, la strada verso il mare con il polo culturale. In più, il modello è declinato con i canoni del ‘non locale’, nel senso che una metropoli con quasi metà dei residenti nati all’estero (senza contare quelli nati lì, ma di origine straniera di prima o seconda generazione) e un’età media di 29 anni, non può offrire segni univoci.
La vita di Melbourne nella Fed Square
Il nome, Fed Square, è per celebrare i cento anni della Federazione Australiana (nel 2001) che nacque sull’asse Sydney-Melbourne. Da ricordare che, prima della fondazione di Canberra nel 1908 a metà tra le due metropoli, Melbourne fu capitale ad interim. Ma è il legame storico con l’attualità a dare al nome della piazza aderenza con la realtà: ora federation significa ‘nuovi australiani’, una politica di immigrazione che porta a cambiare il volto della nazione, sempre sotto le istituzioni british. La piazza, o lo spazio reinventato (Lab Architecture Studio-Bates Smart) è multifunzione. Si parla di difference and coherence, anfiteatro per 20mila, dove la gente automaticamente si ritrova per festeggiare, per i concerti e gli avvenimenti, per la comunicazione urbana, con la semplicità e l’immediatezza degli schermi, delle mail, della Fed-tv, delle Fed-cam.
È un modo coinvolgente e non burocratico di concepire la comunicazione urbana, istituzionale e non, e Fed Square è un grande successo. Ci sono i centri come il Centre for the Moving Image, il National Design Centre, , il Centro di Info turistiche; i musei, come una parte della National Gallery e il Champions Racing; le sale, come il BMW Edge; ci sono i negozi, i caffè, i ristoranti, la boutique bio Greenhouse e le terrazze sul fiume, che danno accesso a gite in battello, in canoa o barca, in bike. Il tutto condito da buon design e buona architettura. Una gran bella idea, insomma. Che dimostra la vitalità di Melbourne. Ma non esaurisce le proposte.
Luoghi di cultura e grattacieli, lungo il fiume
Un altro asse urbano, infatti, è lo Yarra River. Il fiume dei commerci (nel 1851 vi fu trovato l’oro dando inizio al Victorian Gold Rush), è diventato un bacino di sport e turismo, con intorno i grattacieli del caso. Una nuova direttrice che va al porto, al Victoria Harbour, alla nuova Docklands, dove i ristoranti delle cucine del mondo abbondano. E dove si possono ammirare 25 opere di urban art, e assistere a numerosi concerti.
Lungo il fiume, si è ancora una volta mescolato: ci sono i centri d’arte, come la National Gallery of Victoria, l’Arts Centre, il nuovo e splendido MTC Theatre, il Melbourne Exhibition Centre; l’Aquarium e i parchi; i caffè, ristoranti, centri commerciali; gli uffici e le residenze, come il grattacielo Eureka, che fa 300 metri di altezza. Insomma, il Southbank, pedonale e con gli attracchi per i battelli, è piacevolissimo, un luogo dove gli scorci cambiano continuamente, offrendo il Northbank con gli edifici vittoriani (come la Stazione di Flinders street) in primo piano,e quello sud con i grattacieli. Da notare anche i due ponti pedonali, uno dei quali ricorda i numerosi luoghi del mondo dai quali provengono gli abitanti della capitale.
Nelle “Arcades”, il ricordo della vecchia Europa
Melbourne Central è un rettangolo, una scacchiera ordinata da Spencer Street verso il porto a Spring Street davanti al Parlamento. Street e lane che fanno un reticolo semplice e allo stesso tempo complicato, con viali alberati e strette viuzze, gallerie e palazzi di epoche e stili diversi. È qui che si hanno sorprese continue. Specie con le arcade. Come la Royal Arcade (Little Collins St./Bourke st. mall, Webb, 1869), con i pavimenti a scacchiera, i negozi e un’atmosfera elegante e un pizzico retrò; la Block Arcade (Collins st/Little Collins st, 1893) che l’architetto Askew disegnò ricordando la Galleria di Milano, con una ricchezza grande di dettagli, dai pavimenti a mosaico, alle pareti decorate, vetri colorati, atrio centrale a cupola.
Facciata (sulla Collins e sulla Elizabeth) in stile manierista vittoriano, uno dei migliori esempi australiani. E il General Post Office, GPO, un edificio neo rinascimentale del 1857, trasformato in centro commerciale elegante. In mezzo ci sono le lane, le viuzze, all’inglese, strette e con poca luce, spesso solo attraversamenti tra due edifici alti. Qui si è concentrato un progetto comunale di street art. Trasformando in positivo il negativo, vale a dire le scritte e i murali casuali in progetto. Sono così nati segni e installazioni che definiscono un percorso d’arte nelle (ex) degradate lane, spazio di nessuno un tempo.
I proventi dell’oro per costruire Melbourne
Ma basta passare su Swanston o su Bourke per vedere un altro film. Vie larghe, con i famosi tram (ce ne sono di diverse fogge e colori, di epoche diverse, quelli storici che fanno tour per i visitatori), piene di grandi negozi, e dove si ha la percezione della composizione etnica dei residenti. Qui si possono anche trovare i volontari dell’informazione, gentili signore e signori ultrasettantenni che, in casacca rossa, danno indicazioni precise sui luoghi.
Qui, pare, si ha un’altra vita, dopo la pensione. Si passa dagli edifici notevoli. Con una premessa: il gold rush e l’esplosione della città e del porto, nella seconda metà dell’Ottocento, portarono l’establishment a guardare altrove, all’Europa e all’America, per costruire Melbourne. I soldi c’erano, e nacque una specie di gara al meglio. Si spiega così il notevole numero di edifici pregevoli, copiando e mescolando gli stili, dal neo gotico al neo renaissance, dal neogotico fiorito al neobarocco, dal vittoriano manierista al ‘chicagoesque’, più art déco e art nouveau. Con risultati sorprendenti, che fanno di Melbourne una città architettonicamente interessantissima.
Gli stili architettonici e i quartieri degli immigrati
Come ad esempio due capolavori come la Manchester Unity Building (220 Collins st, Barlow 1932), sullo stile ‘Chicago’, sulla cui torre sembra di vedere Batman che si arrampica; e la Flinders Street Station (Fawcett, 1901), che regala davvero atmosfere coloniali. Poi la Gothic Bank (373 Collins st, Wardell, 1883), il Lombard Building (15 Queen st, 1887), il Grand Hotel (67 Spencer st, 1887), la Borsa (351 Collins st, Pitt, 1891), il Ball & Welch Department store (180 Collins st, 1899), i London Stores (349 Bourke st, 1922), il Forum Theatre (150 Flinders st, 1928), solo per citarne qualcuno. Tutti protetti dal National Trust, dopo la distruzione di massa dei vecchi edifici (e quindi della vecchia skyline e della vecchia atmosfera) nel periodo iconoclasta 1950-80. E senza menzionare gli edifici contemporanei, come Marland House, Optus House, 80C, Rialto Towers, BHP.
Per facilitarsi la vita, si può seguire un architecture tour guidato di Hidden Secrets Tours. Intorno, ci sono tutti i quartieri o isole (precinct), da quello italiano a quello greco, a Chinatown. Ed è proprio qui che si possono trovare reperti ‘archeo’ come il Pellegrini in Bourke Street, un angolo coloniale e di prima immigrazione italiana, una specie di taverna del sud Italia qui trasportata come la Casa della Madonna a Loreto, indimenticabile. A proposito, Melbourne, alla foce dello Yarra e protetta dall’oceano dalla Port Phillip Bay, è nata nel 1835, e chiamata così in onore di Lord Melbourne, primo Ministro di Sua Maestà. Così vanno le cose del mondo, e chissà che in futuro non ci sia anche una tonyblaircity o una obamaville.
Info: www.visitmelbourne.com/it
Notizie utili
Come arrivare: Singapore Airlines
, Roma: www.singaporeair.it
Visite turistiche: Hidden Secrets Tours, Melbourne, telefono (www.hiddensecretstours.com)
Dove dormire: Hotel Lindrum, 26 Flinders Street, Melbourne, www.hotellindrum.com.au
Adelphi Hotel, 187 Flinders Lane, Melbourne, www.adelphi.com.au
Dove mangiare: Gingerboy, 27 Crossley street, Melbourne, www.gingerboy.com.au
Oyster, 35 Little Bourke street, Melbourne, www.mezzoitalian.com.au/
Tutto Bene, Mid level Southgate, Melbourne, www.tuttobene.com.au
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