Lunedì 25 Novembre 2024 - Anno XXII

I Sentieri della Luna

I Sentieri della Luna di Benito Li Vigni, Mursia Editore, pagine 286, Euro 18,00. ” width=”171″ height=”260″>I Sentieri della Luna di Benito Li Vigni, Mursia Editore, pagine 286, Euro 18,00. Ambientato in Sicilia durante lo sbarco degli Alleati. La città di Palermo è piegata sotto i bombardamenti. È il 9 maggio del 1943 e un ragazzino è con la sua famiglia su treno carico di gente scolpita dalla paura, in fuga verso l’entroterra. I colpi dei nuovi conquistatori si mescolano a piaghe centenarie: la mafia, il latifondo, la fame, l’ignoranza. Il ragazzo trova rifugio in un piccolo paese dell’entroterra siciliano … Leggi tutto

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di Benito Li Vigni, Mursia Editore, pagine 286, Euro 18,00.
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I Sentieri della Luna
di Benito Li Vigni, Mursia Editore, pagine 286, Euro 18,00.

Ambientato in Sicilia durante lo sbarco degli Alleati. La città di Palermo è piegata sotto i bombardamenti. È il 9 maggio del 1943 e un ragazzino è con la sua famiglia su treno carico di gente scolpita dalla paura, in fuga verso l’entroterra. I colpi dei nuovi conquistatori si mescolano a piaghe centenarie: la mafia, il latifondo, la fame, l’ignoranza. Il ragazzo trova rifugio in un piccolo paese dell’entroterra siciliano dove dovrà fare i conti con una realtà dura, spietata e arida, in cui crescerà e imparerà a conoscere il bene e il male in vortice di ammazzamenti, sotterfugi e complotti, tra personaggi che sembrano balzati fuori da una tragedia antica: Don Totò, il capomafia che trama nell’ombra; la Calidda con il volto il volto bianco scavato dalle rughe, che parla alla luna; Nené Lo Bianco, che vive solitario in una caverna sulla Collina del Vento.

“… Ai primi di giugno vennero i giorni di magra e tutto cominciò a mancare. Le donne scarpinavano per le strade in cerca di qualcosa che si potesse chiamare cibo, e rincasavano in fretta a mani vuote… nemmeno Pinu u Santu poteva venir loro in soccorso… E c’era magra anche negli ovili… I contadini non alzavano nemmeno più gli occhi al cielo” (…) “Imboccammo un viottolo che s’intrigava in una macchia di fitte cannazze e ci trovammo in un breve pianoro seminato d’erba secca e di ginestre, al di là del quale sorgeva come un maniero fortificato la masseria di don Totò. Davanti allo spettacolo restammo ammalucchiti. Poi Alfano, con un grido appena strozzato in gola, indicò col braccio teso qualcosa ai lati dell’arco d’ingresso. (…) Una montagna di sacchi di juta ben gonfi, sacchi usati per la farina, si presentarono ai nostri occhi e, vicino, cumuli di grano appena spagliato, ceste colme di patate cereali e frutta da poco raccolta. Poggiati davanti al muro della masseria, una trentina d’otri, rigonfi d’olio d’oliva, che sembravano maiali scannati. Tutto era pronto per essere caricato su due autocarri fermi sul tratturo, sotto il sole; e non si vedeva anima viva. «Figli di puttana» gridò Alfano. «Ci vorrebbe la forca». «Guarda che ben di Dio» sussurrai. «E la gente puzza di fame».”

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La storia di un mondo sospeso tra passato e futuro e quella di un ragazzino che fatica a diventare grande si fondono in un racconto forte, affascinante che si snoda tra segreti e silenzi dominati dalla gelida luce della luna.

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