Probabilmente a saltare saranno i viaggi “di corollario” come i weekend e i brevi soggiorni all’estero, ma alla vacanza estiva principale non si rinuncia nonostante l’incertezza dovuta all’attuale momento economico. Sembra essere questa la tendenza dominante degli italiani, almeno stando all’indagine effettuata da Trademark Italia, società che opera nel campo della consulenza e della ricerca nel settore turistico. Il sondaggio “Dove vanno in vacanza gli italiani” è alla sua 18ª edizione ed è stato realizzato sulla base di 1.270 interviste telefoniche fatte dal 25 marzo al 9 aprile a un campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne.
Dalle risposte ricevute, si evidenzia un “palese rifiuto a fare un passo indietro”, a cancellare cioè le proprie abitudini legate all’idea di vacanza, consolidate negli anni duemila. Al momento del sondaggio, la prima metà di aprile, hanno infatti già deciso quando e dove andare in vacanza il 43,5% degli intervistati, mentre il 24% dichiara che non le farà e il 32,5% non ha ancora deciso.
Vacanza Lo zoccolo duro dei dipendenti pubblici
Le minacce della recessione sembra che non abbiano avuto effetti sui lavoratori a reddito fisso e garantito, come i dipendenti pubblici, che costituiscono con le loro famiglie un “esercito” di 15 milioni di turisti sicuri che hanno diritto a 4 settimane di ferie l’anno. A loro vanno ad aggiungersi altri 6 milioni di dipendenti di aziende private che trascorreranno, stando al sondaggio, almeno due settimane di vacanza tra mare e montagna dividendosi fra alberghi, campeggi, seconde case, da partenti o amici. Significativa, infine, la fetta dei pensionati: dei 15 milioni che vivono in Italia, emerge dallo studio, non meno di quei 4,5 milioni che possono contare su una pensione dignitosa e su redditi supplementari, quest’anno “non faranno passi indietro”. Proprio come gli italiani abbienti per i quali la recessione “è sostanzialmente ininfluente” e che sommano altri 8 milioni di persone in viaggio per almeno 8,2 giorni.
Salgono Campania ed Emilia Romagna. Scendono Toscana e Puglia
Dall’indagine spicca inoltre la tendenza a fare soggiorni decisi sempre più all’ultimo momento, nel tentativo di spendere meno. Quanto alle mete si rimarrà sostanzialmente fedeli alle solite destinazioni, considerate “sicure per sé e per la famiglia”, ma anche “accoglienti” e “divertenti”. E in tema di preferenze l’Italia prende il posto delle mete esotiche: in testa con un +3,5 % sul 2008 si attesta la Campania (una crescita che può essere attribuita alla pessima performance di questa regione nell’estate scorsa per l’impatto negativo prodotto dalla crisi dei rifiuti); il dato del 2009 risulta comunque inferiore ai valori registrati prima del crollo della domanda del 2008. Segue il mare dell’Emilia Romagna (+1,8%), del Veneto e del Friuli (+1,5%): si tratta di mete premiate dai turisti italiani a discapito delle coste del sud e di quelle tirreniche, complice la percezione di prezzi meno convenienti. Nel barometro delle località che scendono ci sono così Toscana (-4,5%), Puglia adriatica (-5,3%) e ionica con la Basilicata (-6,8%) e la Sicilia (-4,4%).
Si andrà anche di meno all’estero, preferendo alle capitali europee e ai viaggi di medio e di lungo raggio un fine settimana in più al mare o al lago. (4/5/09)
Per saperne di più: www.trademarkitalia.com