Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

I Lorena e la Toscana dei Lumi

La mostra al museo nazionale ricorda il governo di Pietro Leopoldo, il primo ad abolire la pena di morte e a studiare un progetto di costituzione. Il granducato durò dal 1737 sino all’Unità d’Italia

Pietro Leopoldo d'Austria
Pietro Leopoldo d’Austria

Il museo nazionale di Pisa ospita sino a dicembre prossimo la mostra “Sovrani nel giardino d’Europa. Pisa e i Lorena”. L’ultima rassegna nella città toscana apre negli ambienti di palazzo Reale uno scorcio su uno dei periodi più importanti per la storia della regione: il granducato dei Lorena, dal 1737 al 1859, a cavallo tra Illuminismo e moti risorgimentali. Un corpus di 140 opere fra documenti, dipinti, mappe e carte geografiche, strumenti scientifici rende conto degli interventi governativi nel granducato e dei tanti fermenti che si agitavano sulla penisola, dalla politica alla cultura. “La mostra è pensata per un vasto pubblico che voglia conoscere le grandi novità che i Lorena introdussero nella nostra regione”, sottolinea Romano Paolo Coppini, curatore, docente di storia contemporanea alla facoltà di Scienze Politiche a Pisa. “Siamo in una città universitaria, proseguiamo una prassi già avviata negli anni scorsi con le esposizioni su Leopardi e Napoleone, guardando, in particolare, alla cultura del territorio”.

Omaggio a Pietro Leopoldo

Le leggi leopoldine del 1786
Le leggi leopoldine del 1786

Non difficile la scelta di rendere omaggio ai Lorena: “Il governo dei Lorena ha lasciato un segno nella nostra regione”, spiega Coppini, “aprendo le porte a una cultura della tolleranza che viviamo tuttora”. Fu Pietro Leopoldo, il 30 novembre 1786, a promulgare la prima legge al mondo per l’abolizione della pena di morte. Quelle leggi furono anche la prima bozza di costituzione in Italia, “quando il solo modello preesistente era la carta emessa dagli Stati Uniti”, osserva Coppini, e sono visibili in mostra nelle due copie, oggi custodite dagli Archivi di Stato di Firenze e Praga. Dalla repubblica ceca viene anche lo spartito originale dell’opera “La clemenza di Tito”, che Mozart scrisse per l’incoronazione di Pietro Leopoldo del 1791: per commentare la nuova legge, Mozart scelse di raccontare la storia dell’imperatore romano, che perdonò chi aveva congiurato contro di lui.
In mostra è possibile rivivere la giornata dell’incoronazione, attraverso le undici tavole illustrative, che giungono in Italia per la prima volta. Sono conservate a Praga anche le mappe e le piante della città di Pisa e della regione, mentre vengono da istituzioni italiane, raccolte pubbliche e private, molte opere come i dipinti, tra gli altri, di Giovanni Fattori, Pietro Senna, Odoardo Borrani.

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La città della scienza

Statua di Galielo Galilei
Statua di Galielo Galilei

Durante il governo dei Lorena, Pisa continuava la tradizione che la vedeva attiva nella ricerca scientifica sin dai tempi di Galileo Galilei. Ancora nel 1839 in città si tenne la prima riunione degli scienziati italiani, mentre le ricerche accademiche erano rivolte a diversi ambiti: medicina, come dimostrano le tavole della “Grande anatomia”, di Pietro Mascagni, botanica, geologia, fisica, astronomia.
Tra le testimonianze in mostra ci sono anche i diorami zoologici di Paolo Savi: come l’ambientazione del 1824, con un cinghiale imbalsamato e aggredito dai cani. L’animale fu cacciato da Pietro Leopoldo a San Rossore: la testimonianza di quella cattura si può rivivere nel diorama, che riproduce la freccia nel corpo del cinghiale e la morsa di uno dei cani.  
Da segnalare anche la sala dedicata alla spedizione letteraria franco-toscana in Egitto e in Nubia, realizzata tra il 1828 e il 1829 da Jean-François Champollion e Ippolito Rosellini, professore nell’università di Pisa; di sicuro fascino anche la selezione di abiti di corte di primo impero.

Sovrani nel Giardino d’Europa. Pisa e i Lorena
Museo nazionale di palazzo Reale, Pisa
Dal 21 settembre al 14 dicembre 2008
Orario: tutti i giorni 10-18
Per informazioni: tel +39 348 4271109
www.pisaeilorena.it

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